Aiutandosi con l’intelligenza artificiale la colonscopia può diagnosticare un numero maggiore di polipi e di lesioni precancerose (adenomi), rispetto allo stesso esame eseguito in modo convenzionale. Lo rivela una revisione sistematica di studi clinici randomizzati (RCT) che confrontano la colonscopia potenziata con sistemi di rilevamento assistito da computer, ovvero la colonscopia assistita dall’intelligenza artificiale (CADe) e la colonscopia convenzionale pubblicata sugli Annals of Internal Medicine. La colonscopia assistita dall’intelligenza artificiale richiede solo un lieve aumento del tempo della procedura, ma si tratta di minuti ben investiti considerando la maggiore accuratezza dei risultati. Una buona notizia che riguarda non poche persone se si considera che, secondo le stime GLOBOCAN 2020, fornite dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), il tumore del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati nel mondo, ed è terzo per incidenza dopo il cancro del seno femminile (11,7 per cento) e del polmone (11,4 per cento).
La maggior parte dei tumori del colon-retto deriva dalla trasformazione in senso maligno di polipi, ovvero di piccole escrescenze dovute al proliferare delle cellule della mucosa intestinale. I polipi sono considerati forme precancerose, sebbene rientrino nelle patologie benigne. Il polipo può essere definito, in base alle sue caratteristiche, sessile (cioè con la base piatta) o peduncolato (ovvero attaccato alla parete intestinale mediante un piccolo gambo). “Non tutti i polipi, però, sono a rischio di malignità – spiegano gli esperti dell’Airc sulla pagina web dedicata ai tumori del colon-retto -. Ve ne sono infatti tre diversi tipi: i cosiddetti polipi iperplastici (cioè caratterizzati da una mucosa a rapida proliferazione), quelli amartomatosi (detti anche polipi giovanili e polipi di Peutz-Jeghers) e quelli adenomatosi. Solo questi ultimi costituiscono lesioni precancerose e di essi solo una piccola percentuale si trasforma in neoplasia maligna”. Il tumore del colon-retto viene oggi diagnosticato sempre più precocemente, almeno nei Paesi ad alto reddito, grazie alle campagne di screening sulla popolazione nella fascia d’età considerata più a rischio.
Migliorare la ‘qualità’ della diagnosi è, dunque, il prossimo passo. Per farlo, un team di ricercatori della Yale University e del Mass General Brigham, Harvard School of Medicine ha condotto una ricerca completa in diversi grandi database scientifici per trovare studi clinici che confrontassero la rilevazione delle lesioni della parete del colon con la colonscopia standard, rispetto alla colonscopia assistita dall’AI con sistemi di rilevamento dei polipi (CADe). Gli autori hanno confrontato la media degli adenomi per colonscopia (APC) e dei tumori in fase più avanzata per colonscopia per entrambi i metodi di screening. In secondo luogo, hanno confrontato il tasso di rilevamento degli adenomi (ADR), il tasso di mancata rilevazione degli adenomi (AMR) e il tasso di rilevamento degli ACN tra i due tipi di colonscopia. Hanno scoperto che la colonscopia assistita dall’AI ha rilevato più polipi e lesioni precancerose nel colon rispetto alla colonscopia convenzionale. Tuttavia, la colonscopia assistita dall’AI ha rilevato marginalmente più lesioni gravi (ACN) rispetto alla colonscopia convenzionale, ma non è stata migliore del metodo convenzionale nel rilevare ACN per colonscopia.
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