Ai figli del grande immunologo una targa commemorativa. Aiuti era stato presidente del Comitato scientifico della Società. Il responsabile scientifico Timpone: «Il 6,5% delle patologie curate in ospedale deriva dall’infezione correlata all’assistenza»
Valorizzare l’approccio multidisciplinare in sanità per garantire al paziente le migliori cure possibili. È questo il fil rouge del secondo Congresso nazionale della Simedet, Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica, in corso all’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli di Roma. Ma prima dei temi scientifici, ampio spazio è stato dato al ricordo del professor Fernando Aiuti, luminare mondiale dell’immunologia, venuto a mancare nel gennaio di quest’anno.
Aiuti negli ultimi anni della sua vita è stato presidente del Comitato scientifico della Simedet impegnandosi nella lotta alle fake news soprattutto sul tema dei vaccini. Un lungo e commosso applauso della platea ha accolto la consegna di una targa commemorativa ai figli del professore Simone e Olivia, mentre un toccante intervento del professor Raffaele D’Amelio, allievo di Aiuti, ha voluto ricordare il grande contributo dato alla scienza dall’immunologo, tra i primi ad occuparsi di immunodeficienze primarie. Anche il presidente della Simedet Fernando Capuano ha voluto condividere il suo ricordo di Aiuti: da presidente della Croce Rossa di Roma, Capuano collaborò con Aiuti soprattutto nella gestione di nomadi e senzatetto. E anche qui Aiuti fu in prima linea per garantire una assistenza adeguata e delle cure dignitose per queste persone. Nella targa conferita ai figli si legge che Fernando Aiuti «ha contribuito come Presidente del Comitato scientifico della Simedet alla promozione della visione multidisciplinare e multiprofessionale della medicina. Con il suo esempio di uomo, medico e scienziato ha contribuito alla lotta contro lo stigma degli ammalati di HIV».
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Il Congresso, al quale il ministro della Salute Roberto Speranza ha voluto portare i suoi saluti, è incentrato su due grandi tematiche da sempre al centro dell’operato della Simedet: la sepsi e le infezioni correlate all’assistenza da un lato, il tromboembolismo venoso dall’altro.
«Il Congresso è articolato su due giornate: la prima è dedicata alle infezioni correlate all’assistenza e alla sepsi – spiega Sergio Timpone, responsabile scientifico del Congresso e direttore del Pronto Soccorso dell’Unità Operativa Complessa di Pronto Soccorso e Reparto di Breve Osservazione dell’Ospedale San Giovanni Calibita -. Di fatto è difficile definire emergente queste infezioni ma realmente non eravamo più abituati a questo numero di infezioni che si stanno manifestando in questi ultimi anni. C’è stato un periodo in cui si era pensato che con la terapia antibiotica avevamo pressochè risolto le malattie infettive invece ci siamo resi conto che c’è un ritorno importante di patologie infettive, soprattutto virali ma non solamente, di patologie che pensavamo che fossero quasi estinte e invece si sono ripresentate e soprattutto ci siamo resi conto che c’è una componente importante di patologia infettiva che è legata appunto all’assistenza dei pazienti. Le più recenti statistiche hanno messo in evidenza che il 6,5% delle patologie curate in ospedale deriva dall’infezione correlata all’assistenza ma anche a casa i pazienti possono andare incontro a questo tipo di patologie, l’1% dei casi di pazienti possono andare incontro all’assistenza che riceve a domicilio».
Le iniziative della Simedet proseguiranno per tutto il mese di novembre: il 20 novembre all’Ospedale San Giovanni Battista di Roma si svolgerà il convegno “Lo stato dell’arte a due anni dall’approvazione della legge Gelli” mentre al Forum Risk Management di Firenze il 27 novembre si terrà la Conferenza Nazionale sulla Fragilità.
«La Simedet nasce in Italia due anni fa, si sta strutturando e sta promuovendo un approccio multidisciplinare e a 360 gradi proprio per la salvaguardia della stessa Salute – sottolinea il Presidente Fernando Capuano -. A Firenze Simedet, che è partner scientifico del Forum, affronterà due temi. Faremo la prima Conferenza nazionale sulla fragilità: metteremo a confronto non solo le professioni sanitarie ma anche avvocati, giudici e assistenti sociali che sono coinvolti del paziente fragile che non è più autosufficiente. La Simedet, con la Federazione nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie, ha voluto mettere insieme tutti gli stakeholders. Altro argomento importante è quello dell’innovazione tecnologica. Come l’errore umano, il rischio clinico può essere ridotto con le buone pratiche e con un approccio multidisciplinare condiviso».