Il documento redatto dalla FNOPO fissa anche i punti critici dell’attuale contesto italiano: dal mancato adeguamento strutturale delle dotazioni organiche al blocco del turn over
Valorizzazione e riconoscimento del ruolo ricoperto dalla figura ostetrica, implementazione del numero di professionisti che accedono ai dottorati di ricerca e ai ruoli universitari, revisione del percorso formativo per accedere alla professione, ma anche coinvolgimento della Federazione alla politica nazionale e valorizzazione del Servizio sanitario nazionale. Questi i punti da perseguire, individuati in occasione del 36° Congresso nazionale della Federazione Nazionale della Professione di Ostetrica, svoltosi a Palermo alla presenza del ministro della Famiglia e Pari Opportunità, Elena Bonetti.
Un’occasione per lanciare l’allarme anche sulla denatalità che sta colpendo l’Italia. Secondo i dati riportati nel documento FNOPO, nei primi tre mesi del 2019 nel Paese sono nati 6.801 bambini in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Numeri che la Federazione legge non come un fenomeno temporaneo.
LEGGI: RAPPORTO CEDAP, FNOPO: «ANCORA TROPPA MEDICALIZZAZIONE ALLA NASCITA. SERVE L’OSTETRICIA DI FAMIGLIA»
«Anche quest’anno l’evento nazionale della categoria ostetrica si è contraddistinto per l’alto profilo professionale di tutti coloro che hanno partecipato con contributi di grande valore – commentano le Componenti Nazionali FNOPO -. Di particolare importanza è stato l’intervento della ministra della Famiglia e Pari Opportunità, Elena Bonetti, con la quale si è da subito instaurata una comune visione d’intenti sull’importanza di lavorare in maniera congiunta per la promozione la protezione della salute della donna, in particolare durante la gravidanza».
Il documento redatto dalla FNOPO fissa anche i punti critici dell’attuale contesto italiano. Dal mancato adeguamento strutturale delle dotazioni organiche, al blocco del turn over e a una normativa contrattuale che non favorisce la formazione post laurea attraverso i master approvati dall’Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie, fino alla carenza degli operatori e alle diseguaglianze nell’erogazione delle cure.
«Le riflessioni poste dalla ministra sono state l’occasione – si legge ancora nella nota – per poter portare alla sua attenzione il modello di “Ostetrica di famiglia e di comunità”, sul quale il Comitato centrale FNOPO auspica si possa proseguire un confronto più puntuale nel corso di un incontro da svolgere nelle sedi opportune».