Salute 25 Gennaio 2021 13:15

Un terzo dosi vaccino a personale non sanitario. Sileri: «Se sono “imbucati” intervengano le autorità giudiziarie»

L’allarme è stato lanciato dal presidente Fnomceo Anelli: «Gli amministrativi hanno diritto ad essere vaccinati, ma se il programma vaccinale procede per valori di rischio, allora è inaccettabile che medici e operatori sanitari siano stati esclusi»

Un terzo dosi vaccino a personale non sanitario. Sileri: «Se sono “imbucati” intervengano le autorità giudiziarie»

A denunciare l’accaduto è stato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Fnomceo, Filippo Anelli; oggi, sulla questione, è intervenuto il viceministro della Salute Sileri.

Stiamo parlando del vaccino contro il Covid-19 somministrato al personale “non sanitario e non appartenente ad aree a rischio”. Dal Report sui vaccini anti Covid19 di Governo e Ministero della salute – in cui sono raccolti i dati e le statistiche nazionali sulle somministrazioni dei vaccini – risulta che 327.367 dosi sono state iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio, quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80.

Né medici né infermieri ma dipendenti delle strutture ospedaliere pubbliche: «Tutti gli amministrativi, le persone delle imprese di pulizia, gli addetti alla sicurezza e così via» ha sottolineato Anelli in un’intervista a Open.

Anelli: «Inaccettabile che medici ed operatori sanitari siano stati esclusi»

Sono, quindi, lavoratori che hanno diritto al vaccino e che il Governo ha deciso di vaccinare nella prima fase della campagna. Niente furbetti del vaccino né imbucati: «Non si tratta di rubare ma di venire prima sulla base di un livello di rischio minore – ha spiegato Anelli –. Gli amministrativi hanno diritto ad essere vaccinati, ma se il programma vaccinale procede per valori di rischio, allora è inaccettabile che medici e operatori sanitari siano stati esclusi».

La domanda che si pone Anelli è, infatti, un’altra: «Perché i medici e gli operatori sanitari che non lavorano nelle strutture pubbliche sono attualmente tenuti fuori dalle categorie prioritarie?». Si riferisce a medici liberi professionisti, «odontoiatri, pneumologi, esperti in malattie infettive, internisti, farmacisti».

Rivedere il piano vaccinale ed includere i professionisti sanitari esclusi è la richiesta del presidente Fnomceo: «Tra i 300 medici deceduti ci sono molti dei professionisti di cui sto parlando, nessuno dovrebbe essere messo in una condizione di così alto rischio sul posto di lavoro. Senza contare il fatto che non esistono medici di serie A e di serie B».

Sileri: «Voglio sperare che non siano i cosiddetti ‘imbucati’»

Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervistato a ‘24Mattino’ su Radio 24, ha sollevato qualche dubbio sulla regolarità delle somministrazioni avvenute al personale non sanitario, annunciando verifiche: «Voglio sperare che questi 400mila siano lavoratori di strutture ospedaliere ed Rsa, quindi personale a rischio – ha detto – che non siano i cosiddetti `imbucati´ che purtroppo abbiamo visto ampiamente in servizi televisivi e sui giornali. Questo sarebbe estremamente grave. E laddove sia accaduto, intervengano le autorità giudiziarie» ha aggiunto il viceministro, contrariato.

Palermo: «Precedenza sul vaccino a chi lavora in prima linea»

In perfetto accordo con Sileri Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato Anaao Assomed: «Sulla vaccinazione degli operatori sanitari si sono verificati fatti un po’ spiacevoli. Circa un terzo delle dosi somministrate sono andate a personale amministrativo – ha rimarcato Palermo -. Io ne faccio una questione di funzioni svolte. Tutti i profili professionali che lavorano in prima linea dovrebbero avere una precedenza per quanto riguarda la somministrazione del vaccino» ha concluso.

Gelli: «Vaccini a persone non a rischio, intervenire subito»

La denuncia del presidente Anelli «è molto grave e va ascoltata» ha commentato il presidente della Fondazione Italia in Salute, Federico Gelli, secondo il quale inoculare il vaccino al personale non sanitario e non appartenente alle categorie a rischio «non è accettabile, ancora di più alla luce dei ritardi nelle consegne».

Considerati i fatti, Gelli propone la pubblicazione del «Decreto di natura non ordinamentale del Ministero della Salute, richiamato dal comma 457 della manovra, per rendere chiaro e vincolante quanto previsto dal piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2». Di fronte ad una problematica così complessa «non possiamo tollerare che ogni Regione faccia autonomamente ciò che vuole» ha concluso.

 

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