Il vicepresidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica: «Solo in due casi può creare degli squilibri alla capacità di ossigenare il sangue: durante l’attività fisica e in quei soggetti che soffrono di asma o altre particolari patologie»
«Indossare la mascherina non ha alcun effetto negativo sulla nostra salute». Lo assicura Antonio Ferro, vicepresidente SItI, la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica. «Sensazioni di soffocamento o comparsa di mal di testa – assicura lo specialista – sono effetti di una reazione psicologica e non fisica del nostro organismo».
Eppure, dagli Stati Uniti fino all’Europa, continuano a fiorire movimenti “no mask” che invitano la popolazione a non utilizzare le mascherine perché ritenute “pericolose”. Addirittura in America cominciano ad apparire cartelli affissi davanti ad alcuni negozi che vietano l’ingresso a chi indossa la mascherina. Divieti senza alcun fondamento scientifico: «Solo in due casi la mascherina può creare degli squilibri alla capacità di ossigenare il sangue – aggiunge il vicepresidente SItI -: durante l’attività fisica ed alle persone che soffrono di asma o altre particolari patologie. Ma si tratta di casi davvero rari».
Ed ai bambini sotto i sei anni è sconsigliato l’utilizzo della mascherina perché potrebbe avere degli effetti negativi sulla salute? «Assolutamente no. Non è obbligatoria perché difficile da far indossare, tanto che – sottolinea Ferro – se dai 3 ai 6 anni un genitore riesce a convincere il proprio figlio, è preferibile che venga utilizzata. Non ne è stata disposta l’obbligatorietà perché sarebbe stato inutile dare delle disposizioni difficili, se non addirittura impossibili, da rispettare».
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Ma attenzione: non tutte le mascherine sono uguali. «È importante sottolineare – aggiunge il vicepresidente SItI – che la sensazione cambia a seconda della mascherina indossata. Gli operatori sanitari, soprattutto quelli che lavorano all’interno dei reparti Covid che devono indossare tutto il giorno la mascherina Ffp3 e non quella di tipo chirurgico consigliata al resto della popolazione, di norma non riescono a sostenere turni più lunghi di tre ore».
Non solo è importante scegliere la mascherina adatta alle proprie esigenze, ma è necessario che se ne faccia anche un buon uso. «In questo particolare momento storico è ancora fondamentale non abbassare la guardia ed usare le mascherine soprattutto al chiuso, ma anche all’aperto laddove le persone siano vicine, in quanto non bisogna mai escludere la presenza di asintomatici. La mascherina – spiega Ferro – deve aderire bene alla faccia e non dev’essere portata con il naso all’esterno o sotto il mento. Deve essere tolta partendo dall’orecchio, facendo attenzione a non toccarne la parte esterna. Può essere riutilizzata solo se non appare né sgualcita, né rovinata. Per conservarla è conveniente riporla all’interno di una bustina».
Ovviamente la mascherina da sola non basta: «Serve anche il distanziamento sociale, un metro e mezzo in un luogo chiuso, almeno un metro all’aperto; fondamentale pure il lavaggio delle mani, spesso portate alla bocca ed al naso. Queste – commenta il vicepresidente SItI – sono tutte indicazioni valide oggi, in base alla situazione attuale, indicazioni che andranno rivalutate alla luce dell’eventuale evoluzione epidemiologica. Qualora la percentuale di positivi si riducesse di molto è probabile che le mascherine continueranno ad essere un presidio da utilizzare esclusivamente nei luoghi chiusi. Purtroppo, però, sappiamo anche che tra settembre e novembre è molto probabile che ci troveremo ad affrontare nuovi casi di Covd-19, e per questo è fondamentale che la popolazione abbia memoria storica del giusto utilizzo delle mascherine, un mezzo di contenimento del contagio – conclude Ferro – estremamente importante».
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