Designare un solo parente per le visite, definire percorsi e incontri all’aperto. Tutte le misure da adottare per il ritorno dei visitatori nelle Rsa
Si potrà tornare a visitare i propri parenti nelle residenze sanitarie assistenziali. Il via libera è arrivato dall’Istituto Superiore di Sanità, con la pubblicazione delle “Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS e socioassistenziali“. All’interno un aggiornamento delle norme previste nelle Rsa per frenare i contagi in queste comunità così fragili, con il ritorno dei visitatori di un periodo di probabile altra circolazione del virus.
La priorità per ottenere un ambiente sicuro resta la sensibilizzazione e la formazione, sia dei residenti che dei visitatori autorizzati, da parte del personale. Attraverso attività di animazione e socio-educative, consiglia il documento Iss, per essere sicuri di veicolare il messaggio in maniera efficace. Chiarendo sei punti fondamentali:
Si consiglia di definire un protocollo scritto per gestire le visite e renderlo disponibile per la consultazione dei familiari. Preparare quindi la struttura all’accoglienza con aree definite per entrata e uscita, percorsi che limitino il transito delle persone esterne e aree dedicate agli incontri, preferibilmente all’aperto e con servizi igienici dedicati. Ogni visita dovrà essere preceduta da una prenotazione in anticipo e da un triage sulle condizioni di salute del visitatore. Le famiglie sono invitate a identificare un solo familiare che compirà le visite, per evitare troppe persone con accesso alla struttura. La struttura dovrà tenere traccia di tutti gli ingressi per almeno 14 giorni successivi.
«Il benessere degli anziani e delle persone fragili, di coloro che vivono lontani dai nuclei familiari per motivi di non autosufficienza, è intimamente collegato anche alla loro sfera emotiva – ha spiegato Paolo D’Ancona, ricercatore dell’ISS e coordinatore del gruppo di lavoro multidisciplinare che ha realizzato il Rapporto -. La possibilità di poter incontrare i propri cari e di alimentare la loro vita relazionale non è ininfluente sul loro stato di salute e perciò, oggi che la situazione epidemiologica lo permette, dopo gli sforzi fatti per frenare i contagi, è necessario imboccare una strada che riporti gradualmente alla normalità».
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