Salute 30 Marzo 2022 12:59

A caccia di trattamenti contro Long Covid, gli sforzi e i progressi dell’industria

Le case farmaceutiche stanno lavorando allo sviluppo e allo studio di trattamenti efficaci contro il Long Covid

A caccia di trattamenti contro Long Covid, gli sforzi e i progressi dell’industria

Dopo aver prodotto in tempi record vaccini e trattamenti per l’infezione acuta Covid-19, ricercatori e case farmaceutiche sono ora concentrati alla ricerca di una cura per il Long Covid, un obiettivo sfuggente considerati i centinaia di sintomi diversi che affliggono milioni di persone. I principali produttori di farmaci, compresi quelli che hanno lanciato pillole antivirali e anticorpi monoclonali per Covid-19, stanno ora discutendo con i ricercatori su come colpire in anticipo la malattia, che attualmente secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), colpisce oltre 100 milioni di persone.

Il Long Covid può debilitare una persona per moltissime settimane

«Quando guardi i numeri per l’insufficienza cardiaca, per il diabete, ecc, questo è il campo di gioco di cui stiamo parlando», ha affermato Amitava Banerjee, coordinatrice del Long Covid trial. Il Long Covid è una sindrome post-virale che può debilitare una persona sotto molti aspetti anche per parecchie settimane dopo la negativizzazione, e cioè dopo la guarigione e la conseguente eliminazione del virus dall’organismo. I sintomi del Long Covid sono piuttosto vari ed eterogenei e non è ancora chiaro se siano causati direttamente dal virus o se siano provocati dallo stress o dal trauma dell’infezione.

Da stanchezza a nebbia mentale, gli oltre 200 sintomi del Long Covid

Uno studio pubblicato su Lancet EClinMedicine ha elencato oltre 200 sintomi attribuibili a questa condizione. Sono in molti a presentare sintomi per oltre sei mesi dalla fine della fase acuta della malattia o dalla negativizzazione del tampone. Il sintomo più diffuso è la stanchezza, seguita dalla perdita del gusto e dell’olfatto. Un altro sintomo riportato molto frequentemente è la «nebbia mentale», condizione caratterizzata da problemi di memoria e di concentrazione in aggiunta alla costante sensazione di stanchezza. E poi: vertigini, mal di testa, difficoltà nel sonno, respiro corto, palpitazioni e battito irregolare, sintomi neurologici come ansia o stress, disturbi gastrointestinali, iper-sudorazione, eritemi cutanei, perdita di capelli, debolezza delle unghie, dolori muscolari e problemi renali.

Alla ricerca delle cause del Long Covid

Negli Stati Uniti, si stima che il Long Covid colpisca 1 adulto su 7 in età lavorativa. Secondo un’analisi dei database degli studi clinici e una serie di interviste rilasciate da scienziati indipendenti e sostenuti dal governo degli Stati Uniti, ci sarebbero circa una ventina di studi clinici in corso che hanno l’obiettivo di testare farmaci, e solo una manciata di essi è andata oltre le fasi iniziali. Gli scienziati sperano che la ricerca sveli le cause del Long Covid, un ostacolo importante nella ricerca di obiettivi per nuovi farmaci o nell’identificazione di farmaci esistenti che potrebbero funzionare come trattamenti.

Allo studio possibili biomarcatori specifici per valutare i farmaci testati

«Stiamo arrivando alla fase in cui stiamo ottenendo grande attenzione e per le persone che soffrono stiamo facendo testare diversi trattamenti», ha affermato David Strain, un docente della University of Exeter Medical School. Le grandi aziende farmaceutiche sono alla ricerca di biomarcatori specifici per la malattia che consentano di valutare il valore dei farmaci testati. «Quello con cui stanno lottando è una definizione del caso Long Covid», ha affermato Amy Proal, esperta di malattie post-virali presso la PolyBio Research Foundation di Mercer Island, Washington, che avrebbe partecipato a una serie di riunioni riservate con grandi società farmaceutiche.

In corso test con svariati farmaci già esistenti

Le possibili cause che i ricercatori stanno studiando includono il danno causato dall’infezione originale, la presenza di serbatoi persistenti di virus nell’organismo, una risposta autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca le proprie cellule, e una risposta immunitaria disregolata che causa un’eccessiva infiammazione. Ma la verità è che potrebbe essere una combinazione di questi o altri fattori Un importante studio finanziato dal Regno Unito guidato dall’University College di Londra testerà quattro farmaci su 4.500 pazienti con Long Covid. Tra questi gli antistaminici loratadina e famotidina, la colchichina per il trattamento della gotta e dell’infiammazione cardiaca – tutti disponibili come generici – e Xarelto (rivaroxaban), il farmaco della Johnson&Johnson che previene i coaguli di sangue. Su tutti questi farmaci ci sono studi preliminari i quali suggeriscono che potrebbero funzionare contro alcuni dei possibili bersagli della malattia del Long Covid, come l’infiammazione e i coaguli di sangue.

Usa-Gb studiano un farmaco contro la steatoepatite non alcolica

Banerjee, ricercatore capo di una di quelle sperimentazioni, ha affermato che i farmaci prenderanno di mira diversi potenziali meccanismi alla base del Long Covid, mentre cerca di capirne di più. «È impegnativo, perché stiamo andando verso un obiettivo confuso», ha detto. Axcella Therapeutics, con sede negli Stati Uniti, sta lavorando con l’Università di Oxford nel Regno Unito su un farmaco sviluppato per la steatoepatite non alcolica (NASH) nella speranza che ripristinerà la normale funzione dei mitocondri, le «fabbriche di energia» delle cellule. I mitocondri mal funzionanti possono spiegare lo schiacciante affaticamento a lungo termine sperimentato da molti pazienti. Come ha affermato la ricercatrice capo Betty Raman, se l’infezione acuta ha danneggiato la batteria, il farmaco mira a ripristinare quella batteria, in modo che le cellule possano svolgere le loro normali funzioni senza consumare troppa energia.

In corso test su un trattamento contro la fibrosi polmonare e su una terapia contro malattie autoimmuni

PureTech Health (PRTC.L), un’altra azienda di biotecnologie statunitense, sta conducendo una sperimentazione intermedia di un trattamento sperimentale per la fibrosi polmonare volto a prevenire le cicatrici polmonari a lungo termine legate al Covid. A Seattle, i ricercatori dell’Università di Washington e del Fred Hutchinson COVID Clinical Research Center stanno testando il trattamento sperimentale di Resolve Therapeutics mirato alla fatica nei pazienti con Long Covid. Il farmaco agisce dissolvendo un certo RNA nel sangue che è stato collegato all’aumento dell’infiammazione nei pazienti in malattie autoimmuni come il lupus e la sindrome di Sjogren, come ha spiegato James Andrews, un reumatologo dell’Università di Washington che sta conducendo lo studio.

Tra le opzioni vaccini e trattamenti anti-Covid

Gli scienziati che credono che la causa principale del Long Covid potrebbe essere un virus persistente sono ansiosi di testare se i trattamenti o i vaccini anti-Covid esistenti potrebbero avere un impatto importante. Moderna sta donando il suo vaccino per le prime sperimentazioni nel Regno Unito per capire se può aiutare a la risposta del sistema immunitario e alleviare i sintomi del Long Covid. La ricerca sul Long Covid è anche una lotta alla caccia di finanziamenti, almeno per alcune aziende.

I pazienti con Long Covid chiedono disperatamente soluzioni

Berlin Cures Holding AG, un’azienda di biotecnologie tedesca, si è assicurata solo denaro sufficiente per la prima fase di test del suo farmaco autoimmune – precedentemente utilizzato per l’insufficienza cardiaca – che ha mostrato risultati promettenti in una manciata di pazienti. «»Le persone ci chiamano e piangono al telefono», ha detto alla Reuters Peter Goettel, Chief Operating Officer. «Alcune persone vogliono vendere la loro casa per farci donazioni, solo per avere una possibilità», aggiunge. È evidente che c’è un gran bisogno di cure efficaci, ma i laboratori sono in fermento e presto, si spera, si arriverà a una soluzione.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Long Covid: rischio sovrastimato? Comunità scientifica divisa
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c'è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all'interno della comunità scientifica
Long Covid: più vicini a un test del sangue per la diagnosi
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Long Covid: il rischio aumenta quanto più a lungo dura l’infezione
Anche la durata dell'infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
di V.A.
Long Covid: scoperto meccanismo autoimmune dietro complicanze cardiache
Nella metà dei casi, i pazienti ricoverati per Covid-19 con conseguente danno cardiaco soffrono di complicanze al cuore per diversi mesi dopo le dimissioni. Un gruppo di ricercatori Humanitas ha studiato il meccanismo all’origine del fenomeno: una reazione autoimmune che potrebbe spiegare la varietà delle manifestazioni - anche non cardiache – del Long Covid. I risultati pubblicati su Circulation.
Long Covid, per chi è vaccinato non è peggio di un’influenza
C'è un nuovo buon motivo per vaccinarsi contro Covid-19. Tra coloro che si sono sottoposti alle iniezioni, infatti, le possibili sequele dell'infezione sarebbero quasi identiche a quelle di una comune influenza. O almeno è questo quanto emerso da uno studio condotto a Queensland (Australia), che ha vaccinato il 90 per cento della popolazione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...