I vaccini anti-Covid aggiornati sono attesi per il prossimo autunno. Ma ancora nessuno è stato autorizzato e il «più aggiornato» deve ancora essere sottoposto ai test clinici
I nuovi vaccini anti-Covid, quelli aggiornati per contrastare la variante Omicron, dovrebbero arrivare in autunno. Almeno è questo è quello che hanno annunciato le aziende farmaceutiche che li hanno sviluppati e che si accingono a testarli. Anche le agenzie del farmaco, come quella europea (EMA) e quella americana (FDA), hanno dichiarato di essere pronte a dare la loro approvazione. La verità però è che al momento abbiamo tre vaccini, nessuno ancora approvato e uno che deve ancora iniziare la sperimentazione clinica.
Tra i due vaccini prodotti da Pfizer e BioNTech, il più vicino ai centri vaccinali sembrerebbe quello bivalente. Questo vaccino, oltre a contrastare il vecchio virus, è stato adattato anche alla sotto-variante Omicron BA.1. Le aziende hanno inviato la domanda di approvazione che per ora riguarda le somministrazione alle persone con età pari o superiore ai 12 anni. I dati resi disponibili nelle scorse settimane dall’azienda e sottoposti a Ema mostravano che il nuovo vaccino induceva una risposta immunitaria superiore contro Omicron BA.1 rispetto al vaccino attualmente in commercio. L’EMA ha avviato la rolling review, la revisione continua dei dati per riceverli man mano che arrivano dai test clinici prodotti dall’azienda, e velocizzare così il processo di autorizzazione.
L’altro vaccino prodotto sempre da Pfizer e BioNTech, il più «aggiornato», è quello che dovrebbe essere efficace anche contro le varianti di Omicron 4 e 5. Tuttavia, la sperimentazione clinica deve ancora iniziare. L’ultimo aggiornamento indica che i test partiranno alla fine di questo mese e dovrebbero concludersi a ottobre. I trial dovrebbero essere «più veloci». Verrà infatti adottata la procedura che tecnicamente viene definita di «immunobridging»: questi trial coinvolgono un piccolo numero di pazienti, poche centinaia, e confrontano la risposta immunitaria indotta da un nuovo vaccino con quella di un analogo già rivelatosi efficace contro una malattia e autorizzato. L’obiettivo è di misurare il livello degli anticorpi prodotti in seguito alla somministrazione. Nel caso in cui la risposta non risulti inferiore a quella dei vaccini già in uso, si procede con l’autorizzazione.
Risale invece a pochi giorni fa l’annuncio di un accordo tra la Commissione Europea e la casa farmaceutica statunitense Moderna per adeguare ancora una volta il calendario delle consegne. In sostanza le sposta dall’estate in corso all’autunno-inverno, quando i Paesi ne avranno maggiore bisogno per le rispettive campagne vaccinali. Questa intesa garantirà che «i Paesi abbiano accesso alle dosi di cui hanno bisogno al momento giusto per proteggere i cittadini», ha spiegato la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides. E, soprattutto, che assicura alle capitali europee i primi 15 milioni di dosi adattate alle varianti. Previa, come di consueto, l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte di EMA.
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