Investiti da Regione Veneto un milione e 296 mila euro. Il centro unico nel nord est permette di eseguire su pazienti affetti da diabete di tipo 1 il trapianto di insule pancreatiche in modo da rimpiazzare le cellule distrutte dal sistema immunitario e riavviare la produzione di insulina
È la più frequente malattia cronica mondiale, interessa oltre 500 milioni di individui, e quasi quattro milioni in Italia, per la quale attualmente non ci sono cure che permettano la guarigione definitiva. Una battaglia che vede impegnati in studi e ricerche molti centri internazionali. L’Italia è in prima linea. Il Veneto, che ha investito un milione e 296 mila euro, ha istituito presso l’Azienda Ospedaliera di Padova il centro Regionale per la terapia cellulare del diabete dove vengono processate e utilizzate cellule pancreatiche per la cura del diabete.
Tutto ha avuto inizio nell’UOC Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas che ha studiato e sviluppato tecniche di trapianto di piccole porzioni di organo i cui esiti hanno indotto l’Azienda a proporre di istituire un apposito Centro in grado di prelevare, processare e utilizzare cellule pancreatiche per la cura del diabete di tipo 1.
«Coloro che ne sono affetti, sono obbligati a sottoporsi ad iniezioni giornaliere di insulina per controllare i livelli glicemici con effetti impattanti sulla qualità della vita. In quest’ottica gli studi con le terapie cellulari rappresentano una grande opportunità – spiega Lucrezia Furian, Responsabile del Progetto Centro per la terapia cellulare del diabete di Padova nell’osservatorio delle terapie avanzate -. La procedura del trapianto di insule pancreatiche prevede il prelievo delle cellule del pancreas in grado di produrre l’insulina da un donatore deceduto. Tali cellule vengono successivamente isolate, purificate e infuse nel fegato del paziente diabetico, utilizzando solamente le cellule adibite alla produzione dell’insulina».
Il trapianto di insule pancreatiche permette di rimpiazzare le cellule distrutte dal sistema immunitario e riavviare la produzione di insulina. «Le cellule vengono iniettate in un ramo della vena porta e immesse nel circolo sanguigno che conduce al fegato – aggiunge -. In questo modo si collocano all’interno del fegato». La procedura deve essere effettuata in centri specializzati come quello sorto a Padova, che insieme al Niguarda e al San Raffaele è l’unico per questo tipo di trattamento.
La ricerca non si ferma e se entro il 2022 sarà fatto il primo trapianto standard di insule pancreatiche su paziente adulto con terapia di immunosoppressione nei prossimi anni la terapia sarà ancora più efficace. «Entro il 2025 puntiamo ad effettuare il primo trapianto di insule microincapsulate – ammette -, procedura ancora più avanzata in seguito alla quale i pazienti non avranno più bisogno di sottoporsi alla terapia immunosoppressiva».
Un traguardo che permetterà di allargare la pratica a tutti i diabetici insulino-dipendenti. «Le cellule microincapsulate saranno impiantate per via laparoscopica nella cavità peritoneale dove potranno crescere e produrre l’insulina necessaria all’organismo per il controllo dei livelli di zucchero».
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