Presentato il terzo rapporto sui costi dell’aborto indotto e i suoi effetti sulla salute delle donne, intitolato “Tra clandestinità e indifferenza” dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto (Opa), di cui fa parte Pro Vita &Famiglia
In 44 anni, tra il 1978 e il 2022, gli aborti in Italia sono stati 5.987.323, di cui 64.703 nell’ultimo anno rilevato, ovvero 2022. Il numero è solo apparentemente in declino, poiché non tiene conto dell’incremento dei criptoaborti causati dalle pillole del giorno dopo: oltre 760mila scatole vendute potrebbero aver potenzialmente causato un numero più o meno pari di interruzioni di gravidanza. I dati emergono dal terzo rapporto sui costi dell’aborto indotto e i suoi effetti sulla salute delle donne, ‘Tra clandestinità e indifferenza’dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto (Opa), di cui fa parte Pro Vita &Famiglia.
La diminuzione annuale delle interruzioni di gravidanza registrate nel lungo periodo, secondo il Rapporto, è dovuta in misura significativa al calo del numero di donne in età fertile, all’invecchiamento della popolazione ed al conseguente decremento delle nascite. Nel 2022 sono state abortite il 13% delle gravidanze, secondo i calcoli basati su dati ufficiali (erano state il 12,5% nell’anno precedente). Il tasso di abortività totale, anch’esso in crescita, nel 2022, è di 206 donne su mille.
“Dopo 44 anni di applicazione della legge, quindi, ancora oggi l’aborto volontario – sottolinea il Report – è un problema sociale rilevante. Anche perché è evidente che, contrariamente a quanto dichiarato nell’articolo 1 della legge 194, è stato e viene usato come ordinario mezzo di controllo delle nascite e non come extrema ratio in casi drammatici. Il dato è ancor più allarmante – stando a quanto riportato nel Documento – se al numero degli aborti ufficiali si aggiungono i criptoaborti causati dalle pillole post-coitali e gli aborti clandestini. Il numero ufficiale corretto tenendo conto dell’impiego della contraccezione di emergenza mostra una complessiva crescita dell’abortività volontaria negli ultimi anni”.
Considerati questi numeri, il costo cumulato dell’aborto legale in Italia aggiornato fino alla fine del 2022 è di sette miliardi e 290 milioni di euro. Un fondo destinato ad impieghi produttivi nel quale, nel corso dei 44 anni considerati, fosse stata accumulata ogni anno una cifra corrispondente alle spese abortive sostenute, oggi ammonterebbe a 16 miliardi e 616 milioni di Euro (prezzi 2022). Nel 2022 la legge 194 ha comportato un costo complessivo di poco più di 56 milioni di euro, in lieve crescita (+1,3%) rispetto all’anno precedente. La terza edizione del Rapporto contiene anche la tesi suffragata da “una aggiornata rassegna degli studi scientifici sul legame tra aborto e cancro al seno”. Sulla base di dati ufficiali nel rapporto viene inoltre confutata la tesi secondo la quale “l’elevata percentuale degli operatori sanitari che esercitano l’obiezione di coscienza ostacolerebbe il diritto di aborto delle donne”.
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