L’algoritmo renderà possibile per le istituzioni scegliere le politiche più efficaci per migliorare l’aderenza alle terapie e, di conseguenza, aumentare gli esiti di salute per i pazienti con automatica riduzione degli sprechi. Il progetto Abbiamo i Numeri Giusti, in collaborazione tra Merck e Università Cattolica del Sacro Cuore, sarà testato e validato su scala nazionale
La mancata aderenza alla terapia causa ogni anno, in Europa, 200mila morti, per una spesa di 120 miliardi di euro. Una recente survey commissionata da Merck all’EngageMinds Hub Research Center nell’ambito dell’Università Cattolica di Milano, ha evidenziato come su un campione di 1.000 malati cronici più della metà (56%) abbia pensato di abbandonare le cure, 1 su 10 (12%) afferma che questo sia un pensiero ricorrente, mentre ben 7 su 10 (70%) risultano non aderenti alla terapia in maniera completa.
Una maggiore aderenza comporta un ridotto rischio di ospedalizzazione, minori complicazioni legate alla malattia, una maggiore efficacia e sicurezza dei trattamenti e, nello stesso tempo, un risparmio in termini di costi. Ma come raggiungere questo obiettivo? E come coniugare salute e sostenibilità, la madre di tutte le sfide per qualsiasi sistema sanitario? L’Università Cattolica del Sacro Cuore, grazie al contributo non condizionante di Merck, ha sviluppato un algoritmo che renderà possibile per le istituzioni scegliere, dati numerici alla mano, le politiche più efficaci per migliorare l’aderenza alle terapie e, di conseguenza, aumentare gli esiti di salute per i pazienti con automatica riduzione degli sprechi correlati a mancata guarigione e/o ricadute.
L’algoritmo è stato messo a punto nell’ambito del progetto Abbiamo i Numeri Giusti, volto ad individuare gli interventi più efficaci e più efficienti per migliorare la salute dei pazienti e ottimizzare, al contempo, le risorse pubbliche. Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia sono le prime cinque regioni presso le quali, con il coordinamento dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’algoritmo verrà sperimentato utilizzando i grandi numeri dei data base regionali. Un Advisory Board composto da rappresentanti istituzionali, nazionali e regionali, di Società Scientifiche e Associazioni di pazienti, ha la funzione di indirizzo generale, di fornire supporto e idee e, alla fine, sulla base dei risultati prodotti dalle cinque regioni, di redigere un documento di sintesi e di indirizzo per il prosieguo del progetto.
«Individuare strategie mirate all’efficacia degli interventi è un’operazione essenziale per la difesa del nostro welfare – afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità –. La compliance, in particolare, è uno di quei passaggi del percorso terapeutico essenziale al successo delle cure. Oltre a ridurre significativamente gli sprechi e le migrazioni sanitarie – sottolinea Ricciardi – la compliance è anche il segno di un’alleanza medico-paziente che restituisce all’intervento sanitario il valore della relazione umana nella cura».
«Aumentare il livello dell’aderenza alla terapia – dichiara il Professor Americo Cicchetti, Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – significa aumentare le possibilità di guarigione e, automaticamente, ridurre, se non eliminare, gli sprechi conseguenti. Sprechi che non si limitano al costo della terapia poi interrotta, ma si riferiscono a recidive, ricoveri impropri, per non parlare dei costi correlati, ad esempio, a giornate di lavoro perse. Sono certo che l’algoritmo permetterà di fare un importante passo verso una salute migliore e più sostenibile».
Ma se si parla di aderenza non si può non parlare del paziente, o meglio, del ruolo che il paziente può e vuole giocare nei processi di salute che lo riguardano. È il paziente che deve essere convinto e consapevole, ingaggiato per usare il termine tecnico, di avere nelle sue mani una chiave importante per la sua salute, ovvero per guarire dalla malattia: l’aderenza. «Senza la collaborazione attiva del paziente – commenta la Professoressa Guendalina Graffigna, Professore Associato di Psicologia per il Marketing Sociale dell’Università Cattolica di Milano – le terapie sono destinate all’insuccesso. Al contrario, una persona partecipe, ovvero ingaggiata, non solo segue la terapia con maggiore scrupolo, ma è anche in grado di attivarsi tempestivamente ai primi sintomi, nel proprio interesse e di quello del sistema. In definitiva, il paziente è una risorsa ancora tutta da sfruttare».
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