Un premio letterario che quest’anno è stato dedicato ai minori affetti da emofilia. Vincitore della terza edizione è Alessandro Marchello: «Un’emozione grande»
Si intitola “Guardami! Sto volando!” il racconto di Alessandro Marchello, vincitore della terza edizione del premio letterario #Afiancodelcoraggio. Il progetto promosso da Roche, quest’anno ha raccolto le storie di chi ha vissuto accanto a un amico, un fratello, una sorella o un familiare, le difficoltà legate all’emofilia. L’idea è proprio quella di dare così voce ai bisogni e i desideri dei malati, e allo stesso tempo di raccontare le difficoltà e i sentimenti di chi si trova al loro fianco.
Il racconto vincitore sarà tradotto in uno spot prodotto da Medusa che andrà poi in onda nelle sale cinematografiche. A scegliere il primo classificato, una giuria popolare e una giuria di tecnici. Quest’anno il premio ha voluto raccogliere le storie dei più giovani, coinvolgendoli con la realizzazione di un fumetto, un mezzo espressivo a loro particolarmente congeniale. È nato così il volume “Al fianco del coraggio – Il Fumetto“, che raccoglie tutte le storie delle persone che hanno aderito al concorso, reinterpretate da fumettisti affermati a livello nazionale e internazionale.
«Questa volta abbiamo ascoltato la voce dei papà – commenta il presidente Roche Italia, Maurizio De Cicco – che ci hanno raccontano la malattia dei bambini affetti da emofilia ed è un qualche cosa che ci fa capire quanto sia importante poter condurre una vita normale. Grazie anche a questi eventi, passiamo messaggi di speranza di una vita migliore e devo dire che il ruolo di Roche è quello di mettere a disposizione dei farmaci che consentono di dare nuove speranze di cura anche ad una patologia rara e difficile come può essere l’emofilia».
«E’ un’emozione grande – esulta ai nostri microfoni il vincitore Alessandro Marchello -. Si tratta di raccontare una storia che io vivo in prima persona ma che racconta la storia di bambini speciali. E’ un’emozione che io vivo ogni volta che li incontro, perché è davvero speciale quando loro scoprono la possibilità di rendersi indipendenti e di fare quel piccolo gesto terapeutico che è un buco nella vena, che però cambia la loro vita da così a così».