Salute 6 Dicembre 2022 14:04

Agenas: ricoveri in ripresa, ma non basta. Schillaci: «Priorità recuperare ritardi Covid»

La sanità italiana ha resistito alle pressioni della pandemia, ma non si è ripresa così bene come invece ci si aspettava. Questo è quanto emerge dall nuovo Programma Nazionale Esiti presentato al ministero della Salute dall’Agenzia Nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas)

Agenas: ricoveri in ripresa, ma non basta. Schillaci: «Priorità recuperare ritardi Covid»

Promossa, ma con riserva. La sanità italiana ha resistito alle pressioni della pandemia, ma non si è ripresa così bene come invece ci si aspettava. Queste sono in estrema sintesi le pagelle della nostra sanità relative al 2021, contenute nel nuovo Programma Nazionale Esiti (Pne), presentato al ministero della Salute dall’Agenzia Nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas). Nel 2021 sono stati registrati ben 501.158 ricoveri in più rispetto al 2020, ma restano comunque meno rispetto ai livelli pre-pandemia Covid: 1 milione e 200mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1 milione e 700 mila non effettuati nel 2020. «Recuperare i ritardi dovuti all’emergenza pandemica è una delle priorità della sanità post-Covid, così come intervenire sulle disuguaglianze dei territori e lavorare sull’aumento dell’accessibilità e della qualità delle cure», dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

L’impatto del Covid-19 sul sistema dei servizi

L’edizione 2022 del Pne dell’Agenas ha cercato di cogliere e valutare l’impatto del Covid-19 sul sistema dei servizi, analizzando i cambiamenti rispetto al periodo prepandemico, con particolare riferimento alle specifiche aree cliniche. Sono stati considerati 194 indicatori, di cui 171 relativi all’assistenza ospedaliera e 23 relativi all’assistenza territoriale in termini di ospedalizzazione evitabile, esiti a lungo termine, e accessi impropri in pronto soccorso. I dati fanno riferimento all’attività assistenziale effettuata nell’anno 2021 da 1.377 ospedali pubblici e privati e dimostrano «una tenuta delle cure ospedaliere, in particolare per la tempestività di accesso a cure urgenti e la ripresa di alcuni interventi oncologici come quelli per il tumore della mammella».

Schillaci: «Recuperare i ritardi provocati dall’emergenza è una priorità»

«Il Pne – dice Schillaci – rileva che nel 2021 si è registrata una lieve ripresa delle ospedalizzazioni, che ha riguardato i ricoveri programmati e quelli diurni, ma i volumi di attività rimangono al di sotto dei livelli pre-pandemici». Quindi «recuperare i ritardi provocati dall’emergenza è una delle priorità del mio incarico e su questa intendo puntare con grande determinazione», assicura. «In questa fase post-pandemica – continua – è necessario rispondere in modo tempestivo ad alcune priorità. Una su tutte è quella delle liste d’attesa, delle prestazioni che a causa dell’emergenza Covid non sono state erogate. Penso in particolare agli screening oncologici, ai ricoveri e agli interventi rimandati o sospesi soprattutto nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto».

Agenas: «Tempestività dei ricoveri urgenti sotto gli standard»

Il Pne mostra che la tempestività dei ricoveri urgenti rimane al di sotto degli standard in oltre la metà delle strutture sanitarie per molte tipologie di interventi. L’angioplastica coronarica, ad esempio, andrebbe fatta entro 90 minuti dal ricovero ma questo standard è garantito solo dal 50,6% degli ospedali. La riduzione della frattura al femore negli anziani va effettuata entro le 48 per beneficiare di un buon livello di ripresa, ma i tempi sono rispettati appena dal 48,6% delle strutture con il rischio che il paziente rimanga in carrozzina. Per l’angioplastica si evidenzia una grande variabilità intraregionale, superiore a quella interregionale. Permane invece una grande variabilità sia tra regioni che intraregionale per gli interventi sulla frattura di femore. Si registrano, inoltre, significative differenze di genere, con condizioni di svantaggio a carico delle donne per l’angioplastica coronarica e degli uomini per gli interventi su frattura di femore.

Schillaci: «Lavorare sull’accessibilità e sull’equità delle cure»

«Ritengo al contempo prioritario il superamento delle disuguaglianze territoriali nell’offerta sanitaria», commenta Schillaci. Perché «se da una parte è vero che bisogna tener presente le peculiarità delle varie regioni – aggiunge – dall’altra è necessario far sì che tutti i cittadini, indipendentemente da dove sono nati o risiedono, e indipendentemente dal loro reddito, abbiano le stesse opportunità. Mai come in questo periodo, consapevoli della centralità della salute, dobbiamo lavorare per un miglioramento continuo dell’accessibilità, della qualità e dell’equità delle cure e dell’assistenza territoriale».

Nel report Agenas si evidenzia ancora gap sui ricoveri e gli interventi programmayi

Per quanto riguarda i ricoveri programmati, l’Agenas evidenzia nel 2021 un parziale recupero sul 2020, ma permane uno scostamento dai livelli precedenti (-16% rispetto al 2019). Per gli interventi di bypass aorto-coronarico isolato, si è registrata una riduzione di 1.900 ricoveri rispetto all’atteso; nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è stimabile in circa 5 mila ricoveri. In area muscolo-scheletrica, invece, si evidenzia una significativa ripresa delle attività programmate rispetto al 2020 (soprattutto in ambito privato), con un aumento di 18mila interventi di protesi d’anca e 14 mila interventi di protesi di ginocchio. Rimane tuttavia un gap rispetto ai livelli prepandemici: nel biennio 2020-2021, la perdita complessiva rispetto al trend è stimabile in circa 27 mila interventi di protesi d’anca e 39 mila interventi di protesi di ginocchio.

Problemi ancora su cure materno-infantili, miglioramenti in ambito oncologico

Stando al Pne, permane una marcata inappropriatezza in ambito materno-infantile. In particolare, la distribuzione dei ricoveri nei punti nascita: lo standard di sicurezza è fissato a mille parti l’anno. ma nel 31% delle strutture se ne sono fatti meno di 500 e solo 142 su 500 hanno superato quota mille. Cala il numero dei parti cesarei, che passa dal 25% del 2015 al 22,4% del 2021, ma siamo ancora lontani dalla soglia del 10-15% fissata dall’Oms. Meglio, invece, l’assistenza in ambito oncologico. Ad esempio, le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell’11% (circa 6 mila interventi in meno rispetto all’atteso), sono tornate ai livelli prepandemici.

Coscioni (Agenas): «Dati fondamentali per migliorare la qualità delle cure»

«I risultati – commenta Enrico Coscioni, presidente Agenas – confermano come la pubblicazione dei dati sia uno strumento fondamentale di governo del sistema per migliorare la qualità delle cure, intervenendo su criticità assistenziali ed evitando il ripetersi delle problematiche». L’obiettivo, aggiunge «è valutare il percorso di cura dei pazienti, rendere le misure sempre più puntuali e individuare con miglior precisione le strutture più virtuose, da prendere come punti di riferimento per il miglioramento».

 

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