Nella seconda parte dell’audizione alle Commissioni Affari Sociali e Sanità riunite la titolare della Salute ha affrontato anche il tema della formazione post laurea: «Ho in mente schema che riprende il percorso europeo sulla formazione-lavoro, senza bloccare i neo laureati»
Dalla carenza di medici ai problemi della sanità calabrese, dalla governance farmaceutica alle politiche antidroga. Seconda parte dell’audizione del Ministro della Salute Giulia Grillo davanti alle Commissioni Affari Sociali e Senato riunite, questa volta però non alla Camera ma a Palazzo Madama.
Anche in questo caso l’inquilina di Lungotevere Ripa non ha eluso le questioni più spinose, a partire dal tema della formazione post laurea su cui ha sottolineato che «è tutto fermo dal 1999, praticamente da quando mi sono laureata, già allora c’era il problema della carenza degli specialisti». Da allora, ricorda Grillo, «è stata recepita nel 2007 la normativa europea, ma con una serie di storture che tuttora rendono diversa la specializzazione in Italia dal resto d’Europa». «Noi abbiamo uno schema che ricalca quello europeo – ha spiegato la titolare della Salute – far entrare i medici subito dopo la laurea e l’abilitazione direttamente in un percorso di formazione-lavoro, quindi una specie di ciclo continuo di ingresso dei medici nel mondo del lavoro senza bloccarli con questa specie di cesoia che c’è all’ingresso. Non è cosa che potremmo fare subito – ha concluso – ci sarà fase di transizione che stiamo discutendo con le regioni».
Tema caldo di questi mesi è quello delle aggressioni ai medici, su cui stanno fioccando le iniziative parlamentari come quella che vuole equiparare il medico al pubblico ufficiale: «Ho inviato una richiesta per aumentare la presenza delle forze dell’ordine in alcune strutture. Non amo il concetto di ‘militarizzare’ ma la situazione è tale che alcuni sanitari hanno paura di andare a lavorare, specialmente nei Pronto soccorso e in alcuni territori. C’è una situazione su cui si deve intervenire subito». Il Ministro ha poi chiarito il concetto a margine dell’audizione: «Sulla ‘militarizzazione dei presidi ospedalieri’ stiamo cercando di capire come intervenire. Ho interloquito con Gabrielli, Trenta e Salvini per capire se sia realizzabile. Lo preciso: sarebbe una misura momentanea visto che ora è una situazione emergenziale. In alcuni pronto soccorso si registrano episodi settimanalmente. Sto facendo una ricognizione con le varie regioni per capire quali sono le aree più a rischio. Stiamo cercando di capire come aumentare i presidi di sicurezza. Da una parte ci sono le dotazioni di polizia, su cui ci vuole più tempo, perché sappiamo che esiste un deficit di organico, serve rimpolparlo e questo è già nel nostro programma. E dall’altra parte c’è la possibilità legata all’operazione ‘Strade sicure’. Ho interloquito con la ministra Elisabetta Trenta e il ministro Matteo Salvini – riferisce – stiamo cercando di capire se è realizzabile».
Sui vaccini Grillo ha ribadito che «sarà il Parlamento ad affrontare il superamento del decreto Lorenzin sull’obbligatorietà delle vaccinazioni. Noi non abbiamo condiviso lo strumento della coercizione e della paura, e crediamo in altri strumenti che adotteremo».
Altro nodo è quello della sanità calabrese, dopo il presunto caso di malasanità con le fratture fasciate con il cartone all’Ospedale di Reggio Calabria. «Nella sanità calabrese è sotto gli occhi di tutti che ci sono dei problemi, e forse è anche dire poco. Come già detto sarebbe interessante pubblicare e rendere visibili a tutti i verbali dei tavoli di monitoraggio, già da lì si vedrebbe il riscontro che il Ministero della Salute dà sull’attuazione di alcune procedure per il miglioramento della gestione sanitaria. Vedreste quanto non è stato fatto in questi anni in Calabria, cioè tutto. C’è stata una gestione sicuramente non risolutiva, che ha affossato una regione che aveva già dei suoi grossi problemi».
Tema caro al Ministro è quello della governance farmaceutica: Grillo ha ricordato l’istituzione di un tavolo che dovrà proporre soluzioni concrete da sottoporre al nuovo dg Aifa.
Infine un accenno alle politiche antidroga che ora passeranno al Ministero della Famiglia: «Ho chiesto un maggiore coinvolgimento del mio Ministero perché questo fenomeno, quello delle dipendenze in generale, è stato trascurato dal punto di vista sanitario. Penso soprattutto al binge drinking, le ubriacature del fine settimana, uno degli argomenti su cui vorrei lavorare».