«Prendo la pistola e ti ammazzo», così i genitori di un paziente ricoverato in Pronto soccorso. «Anche stavolta, si tratta di un’aggressione che poteva e doveva essere evitata», lo dichiara Massimo Tortorella, Presidente del Gruppo Consulcesi che lancia una azione a supporto dei camici bianchi
Ennesima aggressione al personale sanitario, questa volta all’Ospedale Santobono di Napoli in cui, pochi giorni fa, due genitori, con un caso da codice verde, hanno minacciato il personale dell’ospedale di sparare se il figlio non fosse stato immediatamente visitato.
Nella ricostruzione, riportata dalla pagina Facebook “Nessuno Tocchi Ippocrate“, viene spiegata la dinamica dell’accaduto. L’uomo, il padre, ha dato pugni sul vetro e ha urlato le sue minacce anche contro due infermiere di turno, prima di aggredire indistintamente il personale medico che gli capitava davanti, impedendo il normale svolgimento del lavoro. Il pediatra aggredito è stato stato preso “per il camice e la sua fronte posizionata contro il suo volto per sfidarlo e minacciarlo di morte se non avesse visitato e ricoverato istantaneamente il figlio”.
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Nella relazione del medico si legge anche che l’uomo «non volendo aspettare il proprio turno, si lanciava fisicamente contro il sottoscritto e solo l’intervento delle guardie, allertate dal personale in cerca di aiuto, ha evitato conseguenze più drammatiche».
«I nostri camici bianchi vivono ormai nella paura, in balìa degli scatti d’ira, di minacce e insulti mentre sono al lavoro per salvare vite umane e tutelare la salute di tutti», dichiara Massimo Tortorella, Presidente del Gruppo Consulcesi, network da oltre 20 anni a fianco dei medici, all’indomani dell’ennesima aggressione. «Dopo il recente caso di Crotone – prosegue il presidente Tortorella -, ora un nuovo inaccettabile episodio di violenza contro medici e infermieri al Santobono di Napoli: nei nostri ospedali è ormai bollettino di guerra».
«Anche stavolta, si tratta di un’aggressione che poteva e doveva essere evitata – continua -. Proprio per questo, abbiamo deciso di lanciare il ‘telefono rosso’, un pronto soccorso telefonico per la violenza in corsia. Chiamando gratuitamente il numero 800620525 attivo tutti i giorni, 24 ore su 24, i camici bianchi che si sentono in pericolo o hanno subìto aggressioni e minacce, anche tramite social network, potranno trovare supporto umano e legale, con la possibilità di rimanere del tutto anonimi».
«A fianco del Tribunale del Malato, – conclude Massimo Tortorella – è il momento di istituire un vero e proprio Tribunale del Medico perché le vittime delle inefficienze del Sistema Sanitario Nazionale non sono solo i pazienti, ma anche chi è costretto a lavorare in condizioni di disagio, sovraffollamento, mancanza di personale e senza le misure minime necessarie per la sicurezza».