Aifa ha dato l’ok a due anticorpi monoclonali anti-Covid. Un’ottima notizia secondo Fnomceo, potranno essere somministrati a pazienti fragili a 72 ore dalla comparsa di sintomi
La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha autorizzato l’uso dei due anticorpi monoclonali anti-Covid delle americane Eli Lilly e Regeneron, per l’impiego in fase precoce in pazienti ad alto rischio. Il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, l’ha definita «una vittoria per il Paese».
Ma anche, ha aggiunto, «una terribile sconfitta per la credibilità di molte persone. Prima di tutto di quelli che nell’ottobre scorso si sono opposti in modo durissimo a questa autorizzazione, così facendo perdere tempo prezioso a tutti». Con l’intermissione di Silvestri infatti, il Chief Scientific Officer di Lilly Dan Skovronsky aveva offerto gratuitamente all’Italia decine di migliaia di dosi di prodotto per uno studio clinico.
«Sarebbe importante ora – provoca ancora Silvestri su Facebook – che questi personaggi spiegassero, una volta per tutte, cosa gli ha fatto cambiare idea circa la necessità di un’approvazione europea e l’efficacia clinica degli anticorpi nei pazienti con Covid-19. Perché bisogna spiegare al Paese per quali motivi si approva a inizio febbraio una cosa che fu fatta fallire ad ottobre».
Per l’epilogo positivo del caso monoclonali «va ringraziato in primis il professor Giorgio Palù, presidente di Aifa dal dicembre scorso, che ha condotto questa battaglia con straordinario impegno ed efficacia. E vanno ringraziati quelli che mi hanno aiutato nelle fasi iniziali del progetto: Andrea Antinori, Roberto Burioni, Ranieri Guerra e Gianni Rezza», elenca lo scienziato.
«Tra i politici – aggiunge – bisogna ringraziare innanzitutto il viceministro della Salute, Pier Paolo Sileri, e poi Marco Bella, Mariolina Castellone, Elena Cattaneo, Elena Fattori e Alessandra Moretti. Importantissimo nei giorni scorsi il ruolo di Luca Pani (ex direttore generale di Aifa), Beatrice Lorenzin (ex ministro della Salute) e Walter Ricciardi (consulente speciale del ministro della Salute) nel puntualizzare urbi et orbi che non c’era alcun bisogno di aspettare l’autorizzazione di Ema, come erroneamente detto e scritto in varie occasioni dall’attuale Dg di Aifa, Nicola Magrini».
Un booster, una macchina ausiliaria che permetterà di concludere, con meno urgenza, la campagna vaccinale, sostenendo i pazienti che via via si ammaleranno: questa la funzione, nell’attuale scenario, degli anticorpi monoclonali, secondo il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), Filippo Anelli. Che definisce «un’ottima notizia» l’individuazione di un fondo, da parte del Governo uscente, per una somministrazione in via sperimentale. E una «notizia ancora migliore» la sovvenzione della ricerca, «sia quella volta allo sviluppo di monoclonali italiani, sia quella clinica indipendente condotta dalla stessa Aifa».
«Il fondo permetterà di somministrare i monoclonali a diverse decine di migliaia di pazienti nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, secondo le indicazioni che dovranno essere stabilite dall’Aifa – spiega Anelli -. Questi agenti terapeutici hanno dimostrato, secondo gli studi sin qui disponibili, una possibile efficacia se impiegati in una fase precoce della malattia, entro 72 ore dallo sviluppo dei sintomi».
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