Il primo bilancio sociale aggregato delle strutture ospedaliere associate Aiop evidenzia il contributo che l’ospedalità di diritto privato apporta al SSN: il 28,4% delle giornate di degenza e il 26,5% delle prestazioni, a fronte di un’incidenza soltanto del 13,5% sulla spesa ospedaliera pubblica
Ricerca, innovazione, sostenibilità sociale ed economico-finanziaria, occupazione e tutela dell’ambiente. Queste sono le macro aree su cui si sono concentrate le imprese sanitarie di diritto privato del SSN con risultati significativi. Con più di 500 strutture presenti in tutt’Italia, la componente di diritto privato rappresentata dall’Associazione italiana Ospedalità Privata (Aiop) si conferma una risorsa indispensabile per la crescita economica e del benessere sociale del Paese con un compito difficile quanto necessario: garantire una risposta puntuale, efficiente, efficace e di qualità alla domanda di salute dei cittadini.
Il 1° “Bilancio sociale aggregato delle strutture ospedaliere associate”, realizzato da BDO Italia S.p.A. per Aiop è stato presentato oggi all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma. «Il bilancio ha rilevato il valore aggiunto che le nostre aziende rappresentano nei territori dove operano – ha affermato Barbara Cittadini, Presidente nazionale AIOP ai nostri microfoni – . Lo siamo rispetto alle problematiche che attengono l’ambiente, la formazione, la ricerca, l’innovazione, la componente femminile e religiosa. In termini di tempo, risorse e beni».
«Il Bilancio sociale è uno straordinario strumento per comprendere lo stato di salute della sanità privata che è un elemento importantissimo per capire anche l’eccellenza della sanità in Italia – ha dichiarato a Sanità Informazione Carlo Luison, Sustainable Innovation Leader di BDO Italia SpA – . Sono 315 gli ospedali privati hanno collaborato all’indagine, oltre il 75% della base associativa. Abbiamo utilizzato standard internazionali per raccogliere le informazioni che vengono direttamente dalle imprese».
Nelle strutture associate Aiop lavorano 70mila addetti, tra medici (12mila), infermieri e tecnici (26mila) e operatori socio-sanitari (32mila). C’è una forte presenza della componente femminile (70% del personale) e un’ampia provenienza locale (il 76% risiede nella provincia in cui lavora). «I dati – ha continuato Luison – dimostrano il ruolo che ha la sanità privata nel supportare il SSN complementare e necessario a dare massima risposta al bisogno di salute nazionale e dà anche un’idea significativa dell’impatto sulla sanità. L’indotto, in termini diretti e indiretti è di sei miliardi e mezzo, sono cifre importanti per il sistema paese» ha concluso.
Infine, la presidente Cittadini è intervenuta anche sul rinnovo del contratto della sanità privata, fermo da 10 anni. Le trattative proseguono: «Sono ottimista, ho ravvisato nelle parole del ministro Speranza la determinazione nel modifica del Dl numero 95 che bloccava il tetto di spesa per le nostre strutture e non consentiva alle regioni di erogare risorse. Non sarà un’abrogazione ma una modifica – ha continuato la Cittadini – per permettere alle regioni di condividere il costo e il rinnovo del contratto. È un passaggio storico – ha specificato la presidente – è la prima volta dalla riforma del Sistema sanitario in cui lo stato interviene per cofinanziare il contratto. Lo fa per senso di responsabilità sociale e perché sa che viviamo in uno stato che da tanti anni ha le tariffe e i tetti di spesa bloccati. Alcune regioni sono in difficoltà e senza l’intervento dello Stato non possono rinnovare il contratto – ha concluso la presidente Cittadini – ma il ministro Speranza ci ha dimostrato la sua tenacia nell’occuparsi di 100mila lavoratori che ogni giorno permettono ai nostri imprenditori di erogare prestazioni per il SSN e di essere orgogliosi delle proprie aziende».