L’Italia si colloca tra i 12 Paesi avviati positivamente verso il traguardo dell’OMS dell’eliminazione dell’infezione. Galli (SIMIT): «L’eradicazione del virus dipenderà dalla nostra capacità di far emergere il sommerso edi veicolare le persone che già sanno di essere infettate alla terapia». Sileri (Comm. Sanità): «In tanti non sanno nemmeno di essere malati, per cui la prevenzione e lo screening sono fondamentali»
«Rivolgiti al tuo medico o allo specialista: aiutaci a cancellare l’Epatite C». Recita così una frase dello spot che andrà in onda sui canali Rai per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla Campagna sociale per l’eliminazione dell’Epatite C. Un traguardo che oggi sembra sempre più a portata di mano, soprattutto in Italia, come hanno ricordato i relatori della conferenza stampa che si è svolta alla Sala Nassiriya del Senato, tra cui Pierpaolo Sileri, Presidente XII Commissione Igiene e Sanità Senato, Massimo Galli, Presidente SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali), Alessio Aghemo, membro del Comitato Coordinatore AISF (Associazione Italiana per lo Studio del fegato), Roberto Natale, Capo Responsabilità Sociale RAI, Francesco Mennini, Research Director, Centro EEHTA, CEIS, Univ. degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
La svolta nella cura al virus HCV è arrivata negli ultimi anni con la disponibilità di una cura ad alta efficacia che consente la definitiva eliminazione del virus in circa il 97% dei casi trattati. L’Italia si colloca tra i 12 Paesi avviati positivamente verso il traguardo dell’OMS dell’eliminazione dell’infezione da HCV entro il 2030, a patto di mantenere alto il numero degli individui trattati. Anche in questo contesto si inserisce la campagna di sensibilizzazione lanciata in questi giorni.
«L’epatite C in Italia ha colpito centinaia di migliaia di persone; dalla scoperta del virus nel 1989 ha causato in questi ultimi 30 anni oltre centomila morti, per cirrosi epatica o tumori del fegato – recita lo spot – Dopo 30 anni, in Italia vi sono ancora 200mila persone stimate con infezione da HCV. Oggi grazie alla ricerca possiamo facilmente sconfiggere il virus in poche settimane con una terapia per bocca semplice e non tossica. Rivolgiti al tuo medico o allo specialista: aiutaci a cancellare l’Epatite C. L’Epatite C è un rischio quotidiano e accorcia la vita».
La conferenza ha anticipato di qualche giorno la Giornata Mondiale delle Epatiti promossa dall’OMS per il 28 luglio. Tra i partner della Campagna Sociale per l’Eliminazione dell’Epatite C ci sono anche Ferrovie dello Stato e Farma Magazine, la voce delle farmacie in Italia.
«Se questo è un momento per una importantissima spallata, non possiamo illuderci di schioccare le dita e togliere di mezzo un problema per altro riguardante un virus così subdolo come quello dell’epatite C che in molte persone persiste per anni senza dare segni clinici e senza spingere le persone interessate ad andare a frasi il test – sottolinea a Sanità Informazione Massimo Galli, Presidente SIMIT – Però dopo avere trattato con successo 185mila persone, almeno nel 97% dei casi con assoluto successo, dopo aver cancellato il virus in queste persone, oggi siamo nelle condizioni di poter dire che il problema non è più soltanto garantire la salute individuale di ciascuna di queste perso curate ma utilizzare questo strumento della terapia anche come strumento di sanità pubblica, strumento di riduzione sostanziale della circolazione del virus nell’intero paese. Quanto ci vorrà per togliere del tutto il virus? Dipende dalla nostra capacità di far emergere il sommerso e anche di veicolare le persone che già sanno di essere infettate alla terapia che magari non sanno che non è come una volta che la terapia per l’epatite C era scarsamente efficace e pesante da assumere. Questa è una terapia che in 8-12 settimane ti risolve il problema senza che sia un verso peso prendere queste pillole per bocca in questo periodo. Bisogna che le persone lo sappiano e questo è un motivo per cui abbiamo fatto questa campagna insieme a Aisf e l’altro motivo è fare pressione».
«Non stiamo a nasconderci, chiediamo alla politica nazionale e regionale che questo problema sia tenuto nella debita considerazione per far emergere il sommerso che sta soprattutto nelle persone dai 50-55 anni in poi e in particolari gruppi di rischio come tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti in carcere, negli italiani come tra gli immigrati – conclude Galli -. Per fare tutto questo bisogna essere proattivi, bisogna avere delle iniziative specifiche e anche la capacità di programmarle e finanziarle».
«Il virus dell’epatite C è stato identificato circa 30 anni fa e oggi c’è una cura. Quindi le persone possono essere non solo curate, ma guarite e una vita salvata è un enorme successo medico – sottolinea Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Sanità del Senato – In tanti però non sanno nemmeno di essere malati, per cui la prevenzione e lo screening sono fondamentali. In questo senso la campagna con lo spot che andrà in onda sulle reti Rai in occasione della giornata mondiale delle epatiti, il 28 luglio, rappresenta una mossa vincente e necessaria. Prevenire – prosegue -, non bisogna dimenticarlo mai, rappresenta un notevole risparmio per il nostro Servizio sanitario nazionale. Far conoscere le patologie e i comportamenti da mettere in atto per non contrarle, invitare a controllarsi sempre e spiegare e pubblicizzare le cure a disposizione sono gli strumenti che abbiamo per aiutare la popolazione e far funzionare al meglio il nostro Ssn».