Approvata da Aifa e promossa da SIMIT, coinvolgerà 27 centri e migliaia di pazienti. Andreoni (Tor Vergata): «All’esame un trattamento con farmaci diversi per capire quali sono in grado di bloccare la tempesta di citochine nei pazienti ospedalizzati»
Si chiama Ammuravid ed è il primo studio europeo di immunoterapia e antivirali utilizzati insieme in pazienti ospedalizzati per la valutazione comparativa di sette studi di diversi farmaci ad azione immunitaria per sperimentare nuove terapie contro il virus. Il trial, promosso dalla Società italiana malattie infettive e tropicali (SIMIT) approvato da Aifa e coordinato dalle Università di Milano e Verona, in Italia coinvolge 27 centri e sarà realizzato a breve con diversi farmaci immunomodulatori quali tocilizumab, sarilumab, siltuximab, canakinumab, baricitinib e metilprednisolone.
I pazienti assegnati casualmente ai diversi gruppi faranno il trattamento per sette giorni, dopodiché saranno seguiti fino alla dimissione dall’ospedale o in ogni caso fino al ventottesimo giorno per verificare il decorso clinico e l’assenza di eventi avversi.
«In tal modo si potrà capire quali sono i farmaci più efficaci nella cura del Covid nei pazienti ospedalizzati per prevenire il peggioramento della funzione respiratoria – spiega Massimo Andreoni, infettivologo del Policlinico Tor Vergata di Roma -. È uno studio italiano che mette a confronto l’uso o il non uso dell’anti-citochina. Lo studio è in partenza, coinvolge diverse migliaia di pazienti in Italia e potrebbe dare una risposta sulla reale efficacia dei farmaci in grado di bloccare l’interleuchina nella strategia terapeutica dei pazienti ospedalizzati. Siamo in una fase iniziale di sperimentazione con buone prospettive, ma non abbassiamo la guardia».
Il monito di Andreoni arriva al termine di una giornata, l’ennesima, di tensione per il numero di pazienti Covid da ospedalizzare. «Nel Lazio la situazione è ancora grave – spiega – non accenna a migliorare». Dalle parole del professore Andreoni si percepisce preoccupazione per un virus che nonostante i vaccini continua a fare vittime. «Abbiamo un paio di casi di persone vaccinate che hanno preso il virus, stiamo studiando i casi per capire se non hanno acquisito gli anticorpi nella vaccinazione o se sono stati infettati da una variante che è sfuggita al vaccino. Come vede non possiamo rallentare, anzi è il momento di accelerare con i vaccini, che rappresentano oggi la vera arma che abbiamo in mano per vincere il virus, e con gli studi in corso per trovare le cure più efficaci».
A proposito di percorso terapeutico, il professor Andreoni ripone grandi speranze negli anticorpi monoclonali. «Oggi sono la vera novità – sottolinea – hanno superato la terapia del plasma che ha dato riscontri altalenanti. Negli studi fatti in India non ci sono state evidenze di grande efficacia, ma a posteriori si è compreso che era stato inoculato plasma senza verificare le dosi di anticorpi presenti. Differente il risultato emerso negli Usa dove un grande studio fatto su migliaia di persone con plasma iperimmune ricco di anticorpi neutralizzanti ha evidenziato una efficacia non indifferente. Anche lo studio italiano, Tsunami, coordinato dall’Università di Pisa dal professor Menichetti ha dato esiti incoraggianti che non sono ancora stati pubblicati. Oggi però la terapia del plasma è stata superata dagli anticorpi monoclonali prodotti in vitro con una carica di anticorpi scelti elevata», conclude.
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