Salute 6 Marzo 2020 09:00

Alcol e adolescenti, Bambino Gesù: «Binge drinking riguarda il 30% degli studenti delle superiori»

Per il Ministero della Salute l’abuso di alcol è la principale causa di morte tra i giovani negli incidenti stradali. «Gli effetti dell’alcol – precisano gli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – sono ancora più dannosi sull’organismo degli adolescenti, non ancora maturo e pronto a metabolizzarlo in maniera efficiente». Si inizia «tra gli 11 e i 15 anni»

«Oltre 5.000 incidenti tra quelli rilevati da Carabinieri e Polizia Stradale nel 2018 sono correlati al consumo di alcol. Lo stato di ebbrezza espone a un rischio maggiore di eventi traumatici, mentre l’abuso di alcolici è particolarmente dannoso per l’organismo degli adolescenti, non ancora pronto a metabolizzare queste sostanze in maniera efficiente». Nel nuovo numero del magazine digitale ‘A Scuola di Salute’, Istituto Bambino Gesù per la Salute e Fondazione ANIA tornano a collaborare per la prevenzione di comportamenti pericolosi tra i più giovani e per la tutela della salute di bambini e ragazzi con informazioni chiare e verificate per tutti i genitori. In questo magazine, le novità sulle iniziative per garantire la sicurezza in strada e gli approfondimenti degli esperti del Bambino Gesù sui pericoli del consumo di alcol tra i giovanissimi e durante la gravidanza.

LEGGI ANCHE: BINGE DRINKING, UN GIOVANE SU TRE TRASCORRE IL WEEKEND ALL’INSEGNA DELL’“ABBUFFATA ALCOLICA” 

«Nel 2018, sui 58.658 incidenti rilevati da Polizia e Carabinieri, sono stati 5.097 quelli in cui almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza e 1.882 quelli sotto l’effetto di stupefacenti – spiegano gli esperti del Bambino Gesù – . L’8,7% e il 3,2% degli incidenti rilevati da Carabinieri e Polizia Stradale è dunque correlato ad alcol e droga (dati Aci-Istat 2019). Per il Ministero della Salute, inoltre, l’abuso di alcol è la principale causa di morte tra i giovani negli incidenti stradali. Per combattere questa emergenza, Fondazione ANIA da anni porta avanti numerose iniziative, molte delle quali in collaborazione con le Forze dell’Ordine. Dalla metà degli anni 2000, insieme alla Polizia Stradale è stata organizzata la manifestazione “Guido con Prudenza“, che si svolgeva nelle discoteche italiane. Un’iniziativa che ha consentito di promuovere la figura del guidatore designato tra i giovani, ovvero colui che nelle serate di festa non beve per riportare a casa gli amici in totale sicurezza. Con l’Arma dei Carabinieri, inoltre, la Fondazione ANIA realizza da quasi 10 anni “Adotta una strada”, progetto voluto per ridurre numero e gravità degli incidenti stradali sulle arterie più pericolose d’Italia. In determinati periodi dell’anno sulle strade dove si registra il maggior numero di incidenti vengono intensificati pattugliamenti e controlli sulla guida sotto l’effetto di alcolici, sul corretto uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini».

«Consumo di alcol e stato di ebbrezza – precisano gli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – espongono a un rischio maggiore di eventi traumatici, come gli incidenti, e incidono sullo stato di salute del cuore, dei vasi sanguigni, dell’apparato gastrointestinale, del sistema nervoso e della mente. Gli effetti sono ancora più dannosi sull’organismo degli adolescenti, non ancora maturo e pronto a metabolizzare l’alcol in maniera efficiente. È proprio tra gli adolescenti che si registra, negli ultimi anni, l’aumento del fenomeno del binge drinking, ovvero il consumo di 5 o più bevande alcoliche in un’unica occasione, lontano dai pasti, per sperimentare la sensazione di ebbrezza. Questa pratica dannosa, in Italia, interessa circa il 30% degli studenti di scuola superiore. Contemporaneamente, confermano studi recenti, è sempre più precoce l’inizio dell’abitudine del bere che si attesta tra gli 11 e i 15 anni».

«Durante l’adolescenza – spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria del Bambino Gesù – l’uso di alcol diventa un “facilitatore”, appare funzionale al superamento di difficoltà e paure tipiche di quell’età, a integrarsi nel gruppo dei pari, ma può facilmente degenerare in abuso e dipendenza. In questo caso il ragazzo mostra segni di malessere, caratterizzati da una ricerca continua di alcol che interferisce con le attività quotidiane e con la messa in atto di comportamenti pericolosi». In situazioni del genere, il suggerimento per i genitori è di parlare con i propri figli, senza giudicarli, per capire cosa li spinge a bere; di metterli al corrente dei rischi dell’assunzione di alcol e, nei casi più gravi, di rivolgersi a uno specialista.

«Il consumo di alcol è estremamente dannoso anche durante la gravidanza – spiegano gli esperti – . L’esposizione del bambino a questa sostanza prima della nascita può portare allo sviluppo della sindrome feto-alcolica, una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale causando ritardo nella crescita e problemi – anche irreversibili – di carattere fisico (dismorfismi del volto, ridotto volume cerebrale), comportamentale e neurologico. Per questo motivo, le linee guida e le società scientifiche nazionali e internazionali raccomandano l’astinenza totale dall’alcol durante tutte le fasi della gestazione».

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