Politica 26 Luglio 2024 16:35

Alcol, la nuova Relazione al Parlamento: “Aumenta il consumo di alcol tra le donne italiane”. Gli europei tra i maggiori bevitori al mondo

Il Ministro della Salute ha presentato i nuovi dati Istat sul consumo di alcol. L’Oms ha fotografato la situazione a livello europeo, dove il consumo medio pro capite è di 9,2 litri di alcol puro all’anno

Alcol, la nuova Relazione al Parlamento: “Aumenta il consumo di alcol tra le donne italiane”. Gli europei tra i maggiori bevitori al mondo

Quasi due persone su dieci tra coloro che consumano alcol (il 19,3%) lo fanno quotidianamente. Più in generale, nel giro di 12 mesi il consumo di alcol è leggermente aumentato, passando dal 66,3% del 2021 al 67,1% del 2022. Sono 35 milioni e 918 mila gli individui dagli 11 anni in su che hanno consumato almeno una bevanda alcolica nella vita (il 67,1% della popolazione italiana). L’abitudine è più diffusa tra gli uomini con una prevalenza del 77,4%, rispetto alle femmine, dove la percentuale si ferma a 57,5 punti. Anche i consumi fuori pasto e occasionali hanno subito un lieve rialzo, i primi sono passati dal 30,7% nel 2021 al 31,7% nel 2022, i secondi dal 46,9% al 47,9%. I bevitori abituali, ovvero che consumano almeno un drink al giorno sono 10 milioni 310 mila, con un’incidenza del 28,4% tra gli uomini e del 10,7% tra le donne. Tra gli incrementi più notevoli riscontrati, invece, c’è quello relativo alle donne che per il consumo occasionale passano dal 39,3% al 46,9% nell’arco di 10 anni, mentre per il consumo fuori pasto dal 15,6% al 23,2%. Questi sono alcuni dei dati, rilevati dall’Istat, presentati dal Ministro della Salute durante la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 in materia di alcol e problemi alcol correlati: anno 2023.

Il commento del ministro Schillaci

“A tutt’oggi – commenta il ministro Orazio Schillaci nella presentazione del documento – il consumo dannoso di alcol resta una criticità, tanto da indurre molti Paesi ad adottare raccomandazioni sul consumo di bevande alcoliche, suggerendo la prudenza, come esprime con chiarezza il concetto condiviso dalla Comunità Scientifica Internazionale che si sintetizza con la frase ‘Less is better’. Per quanto riguarda l’indicatore sui consumi a rischio, che ricomprende sia il consumo abituale eccedentario sia il binge drinking, le fasce di popolazione maggiormente interessate sono rappresentate dai giovani 16-17enni per entrambi i sessi, seguiti dagli anziani ultra 65enni, prevalentemente uomini. Un fenomeno in continua crescita riguarda le donne della fascia di età 18- 24 anni per comportamenti di consumo a rischio. Questi rappresentano i target di popolazione più vulnerabili, per i quali a livello internazionale sono raccomandate azioni d’intervento volte a sensibilizzarli sulla non conformità dei loro consumi alle indicazioni di sanità pubblica. Sebbene molte iniziative siano state realizzate in questi anni sia in ambito nazionale che internazionale ed europeo, tuttavia restano ancora delle criticità. Una riguarda la necessità di rafforzare il personale dedicato nei servizi per la prevenzione e presa in carico delle persone che manifestano problematiche alcol correlate. Inoltre, siamo impegnati a implementare un sistema di rete più rispondente alla domanda di cura attuale e una presa in carico multidisciplinare ed integrata della persona con disturbo da uso di alcol e ai loro familiari”.

Le bevande alcoliche più amate dagli italiani e l’identikit dei bevitori

Al primo posto, nella classifica delle bevande più consumate dagli italiani c’è il vino: lo beve il 54,9% della popolazione. Segue la birra, con una preferenza del 51,3%. Aperitivi alcolici, amari e superalcolici sono consumati dal 48% della popolazione. La quota più consistente di alcol si consuma al Centro-Nord (69,3%), dove si concentra anche il maggior numero di consumatori giornalieri (21%). Anche l’istruzione ne influenza il consumo: più è elevato il titolo di studio conseguito, più si beve. Soprattutto tra le donne: il 41,4% di chi ha una licenza elementare consuma alcol almeno una volta all’anno, quota che sale al 74,3% fra le laureate.

Dai giovani agli anziani, le abitudini

Analizzando le abitudini tra 11 e i 24 anni si nota come l’incremento riguardi solo il gentil sesso: in 10 anni, tra il 2012 e il 2022, si rileva una diminuzione della prevalenza tra i ragazzi (-3,8 punti percentuali) e, viceversa, un aumento tra le ragazze (+2,7 punti percentuali). I giovani amano bere soprattutto fuori pasto: ha l’abitudine più di un ragazzo su quattro con una frequenza di almeno una volta a settimana. Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata. Nel 2021 il fenomeno del binge drinking riguardava il 14,8% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 18,3% maschi e l’11% femmine. Nel 2022 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 15% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 18,9% erano maschi e il 10,8% erano femmine. Tra gli anziani bere durante i pasti è quasi consuetudine: in totale si stima che nell’anno 2022 siano state oltre 2 milioni e mezzo le persone di 65 anni e più che hanno adottato almeno un comportamento di consumo a rischio per la loro salute, ovvero un consumo abituale ed eccessivo.

L’alcol in Europa

Un Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, invece, ha fotografato la situazione a livello europeo, dove il consumo medio è di 9,2 litri di alcol puro all’anno pro capite, quantità che piazza gli europei tra i maggiori bevitori al mondo. In Europa 470 milioni di persone bevono, gli uomini quasi quattro volte di più delle donne. Due adulti su tre bevono, uno su 10 ha un disturbo da consumo di alcol e quasi il 6% vive con una dipendenza dall’alcol. Tuttavia, solo 12 dei 53 paesi hanno fatto progressi verso una riduzione del consumo del 10% dal 2010. In alcuni Paesi dell’area si sono osservate grandi riduzioni, come Russia, Turchia e Ucraina, che hanno aumentato le tasse e limitato la disponibilità di alcolici. Al contrario, i paesi dell’UE non hanno visto alcun cambiamento nel consumo di alcol per oltre 10 anni, evidenziando la necessità di intensificare l’azione per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

L’alcol è la principale causa di morte in Europa

Dal Report emerge a chiare lettere anche che l’alcol, con quasi 800mila decessi all’anno, è la principale causa di morte in Europa. Ogni giorno 2.200 persone muoiono per cause legate all’alcol, quasi il 9% di tutti i decessi di tutta l’Europa. Le malattie non trasmissibili come malattie cardiache, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche sono responsabili del 90% dei decessi e dell’85% degli anni di disabilità nella regione europea dell’OMS. La maggior parte dei decessi legati all’alcol (oltre 600mila all’anno) sono dovuti a malattie non trasmissibili, la metà dei quali per malattie cardiache. Il rapporto mostra anche l’alta incidenza dei tumori legati all’alcol, classificato come cancerogeno di Gruppo 1 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS. L’OMS, nella conclusione del documento, esorta i Paesi ad agire immediatamente affinché sia raggiunto l’obiettivo di sviluppo sostenibile sulla salute, limitando gli interessi commerciali che ne promuovono il consumo, aumento le tasse sull’alcol e riducendone la disponibilità.

 

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