Perrone (Aiom): “Non è uno scoop che l’alcol sia associato allo sviluppo del cancro. Quello che forse rappresenta una notizia è che qualcuno chieda che si applichino anche sull’alcol delle modalità di comunicazione sulla pericolosità che ad oggi sono riservate al fumo e ai prodotti da fumo”
Le bevande alcoliche dovrebbero riportare un’etichetta che avverta i consumatori dei rischi di cancro: lo afferma il surgeon general Usa Vivek Murthy, il capo operativo della Sanità americana, avvisando che il loro consumo aumenta il rischio di sviluppare tumori al seno, al colon, al fegato e altri tipi di cancro e chiedendo una revisione delle linee guida sui limiti. “Il consumo di alcol è la terza causa prevenibile di cancro negli Stati Uniti, dopo il tabacco e l’obesità, aumentando il rischio di almeno sette tipi di cancro”, afferma Murthy. Il il capo operativo della Sanità americana ha chiesto che le linee guida sui limiti di consumo di alcol vengano rivalutate in modo che le persone possano soppesare il rischio di cancro quando decidono se o quanto bere, insieme agli attuali avvertimenti su difetti alla nascita e impedimenti durante l’uso di macchinari.
Il consumo di alcolici è responsabile di 100mila casi di cancro negli Stati Uniti e di 20mila decessi per cancro ogni anno, più dei 13.500 decessi per incidenti stradali associati all’alcol, ha riferito il surgeon general. “Il collegamento diretto tra consumo di alcol e rischio di cancro è ben consolidato per almeno sette tipi di cancro, indipendentemente dal tipo di alcol (ad esempio, birra, vino e liquori) consumato”, si legge in una nota, inclusi i tumori dell’esofago, della bocca, della gola e della laringe.
Dall’Italia è intervenuto sull’argomento Francesco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM): “Non è uno scoop che l’alcol sia associato allo sviluppo del cancro: è un fattore di rischio e non esiste dose sicura. Quello che forse rappresenta una notizia è che qualcuno chieda che si applichino anche sull’alcol delle modalità di comunicazione sulla pericolosità che ad oggi sono sostanzialmente riservate al fumo e ai prodotti da fumo. Io non posso che sottoscrivere che se si consumasse meno alcol, la salute sarebbe migliore mediamente, segnalo però che aiuterebbe ancora di più azzerare il fumo”, prosegue.
“Tra i maggiori fattori di rischio l’alcol non è il primo della lista perché fumo e sovrappeso, sono più rilevanti. È il motivo per il quale noi, per esempio, ci stiamo battendo per cercare di ridurre il consumo di fumo chiedendo di aumentare drasticamente il prezzo dei prodotti”. Tuttavia, continua Perrone, “l’alcol rimane senza dubbio un fattore di rischio. In un paese civile che vuole fare educazione e che vuole tutelare la salute dei cittadini è bene segnalarlo come sta accadendo adesso negli Stati Uniti. Nel 2023 – continua – abbiamo fatto un approfondimento e l’alcol è tra i primi fattori di rischio per i tumori della mammella. In Italia, c’è una stima del numero di decessi e del numero di casi attribuiti all’alcol: tra il 2015 e il 2019 sono circa 11mila i casi di tumore della mammella legati al consumo di alcol e circa poco meno di 3mila i decessi da tumore della mammella attribuibili al consumo di alcol. Si dovrebbe puntare ad una una comunicazione corretta per la salute dei cittadini informando sui fattori di rischio ed educando se possibile a contenersi”, conclude.
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