La “Sindrome di Alice” è un disturbo neurologico che colpisce la percezione visiva: il proprio corpo si ingrandisce o si rimpicciolisce, le distanze vengono percepite in modo errato, il senso del tempo o della velocità può essere distorto. Sintomi che sono stati rintracciati in pazienti che soffrono di cefalee o di epilessia. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Raffaella Morreale Bubella, consigliere del Gruppo oculisti ambulatoriali liberi (Goal)
L’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll, soffriva di gravi emicranie che gli causavano allucinazioni visive. È proprio dalla sua esperienza personale che pare abbia preso ispirazione per descrivere le vicende della protagonista del suo capolavoro: la percezione distorta dello spazio e del tempo sono infatti caratteristiche di quella che è stata poi definita proprio “Sindrome di Alice”. Si tratta di un disturbo neurologico che colpisce la percezione visiva. Ed ecco, allora, che si percepisce il proprio corpo che si ingrandisce o si rimpicciolisce; le distanze vengono percepite in modo errato; il senso del tempo o della velocità può essere distorto. Sintomi che sono stati rintracciati in pazienti che soffrono di cefalee o di epilessia.
Sono tanti, infatti, i casi in cui una sintomatologia oculistica non è legata a disturbi della vista, ma a patologie neurologiche. La dottoressa Raffaella Morreale Bubella, consigliere del Gruppo oculisti ambulatoriali liberi (Goal), ci ha parlato dei più comuni legati all’emicrania: «La cefalea oftalmica con aura è ad esempio un’emicrania con una sintomatologia neurologica o vegetativa che può includere anche sintomi visivi che precedono la cefalea. Oppure la cefalea retinica può essere accompagnata da uno scotoma negativo, per cui il soggetto improvvisamente non vede più e si terrorizza, perché pensa di aver perso la vista. È invece un sintomo premonitore del mal di testa e, quando scoppia, si torna a vedere».
«È un po’ come quando chi soffre di attacchi epilettici dice di sentire un rumore o un odore particolare poco prima dell’attacco – spiega la dottoressa Morreale Bubella -. Sono segnali che il corpo ci lancia per avvertirci che l’attacco di epilessia o di cefalea sta per arrivare. E appena inizia, i sintomi oculistici spariscono. Ovviamente la preoccupazione del paziente lo porta comunque dall’oculista, perché è convinto di avere una patologia oculare, ma in realtà ha una depressione della trasmissione neurologica a livello cefalico che è transitoria. Può stare tranquillo: la vista tornerà da sola».