Nel corso del XLIV Congresso Nazionale SINU presentata, dopo dieci anni dall’ultima edizione, la V Revisione dei LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana
Sono 41 milioni i decessi a livello globale per malattie non trasmissibili (noncommunicable diseases NCDs), come quelle cardiovascolari, il cancro, il diabete, l’obesità e le malattie respiratorie croniche. Si tratta del 74% delle morti totali nel mondo. Tra i principali fattori di rischio, oltre al tabacco, l’inattività fisica, l’alcol e l’inquinamento atmosferico, contribuiscono alle cosiddette morti per malattie croniche anche le diete non salutari, che sono responsabili, da sole, di otto milioni di morti all’anno. “Le malattie non trasmissibili sono causate principalmente da fattori di rischio controllabili, legati anche ad abitudini e comportamenti alimentari errati, che possono essere modificati dall’acquisizione di sane scelte alimentari e di un corretto stile di vita – afferma la Presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), Anna Tagliabue, in occasione del XLIV Congresso Nazionale -. Come società scientifica che si occupa di nutrizione umana abbiamo il dovere di agire a tutti i livelli, sia individuali, che come comunità, per contrastare quelle che sono solo nuove mode alimentari senza fondamenti scientifici e promuovere e diffondere l’adozione di una dieta sana e sostenibile, di cui abbiamo un modello rappresentativo del nostro Paese, la Dieta Mediterranea, che si conferma come la migliore per i suoi benefici in termini di salute, di prevenzione e di effetti positivi sia sull’uomo, che sull’ambiente”.
“Le diete sane sono alla base del massimo livello di salute. Garantiscono una crescita sana, supportano tutte le funzioni del corpo, consentono livelli adeguati di attività, sono in grado di prevenire le malattie non trasmissibili e le malattie di origine alimentare e di promuovere il benessere in tutte le fasi del corso della vita,” dice il dottore Francesco Branca, Direttore del Dipartimento di Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’OMS, alla lettura inaugurale del Congresso. Sono quattro i principi fondamentali, secondo l’OMS, alla base di una dieta sana: adeguatezza, diversità, equilibrio e moderazione. La dieta sana deve, innanzitutto, soddisfare nel giusto equilibrio i fabbisogni energetici e nutritivi, specifici per età, sesso, composizione corporea, livelli di attività fisica e stati fisiologici (es. gravidanza), ricordando che l’eccesso – così come il difetto – di alcuni nutrienti può avere effetti negativi sulla salute. Deve, poi, prevedere una grande varietà di alimenti appartenenti ai diversi gruppi alimentari. Tale scelta consente di recuperare tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, garantendo il rischio di carenze o eccessi nutritivi legati a diete monotone e poco variate. È fondamentale anche che l’energia fornita dalla dieta rispetti l’equilibrio delle tre principali fonti di energia: proteine, grassi e carboidrati, ricordando che diete molto sbilanciate possono avere effetti anche gravi sulla salute. Bisogna, infine, limitare il consumo di quegli alimenti che, quando consumati in eccesso, sono associati a rischi per la salute; è il caso degli zuccheri semplici e dei dolcificanti, del sale e degli acidi grassi saturi e trans.
In particolare, l’OMS raccomanda che l’energia deve essere fornita per il 45-60% dai carboidrati, principalmente carboidrati complessi, per il 15-30% dai grassi, di cui meno del 10% da grassi saturi e limitare al massimo i grassi trans e il resto da mono e poli-insaturi. L’apporto energetico derivante dagli zuccheri liberi deve essere inferiore al 15% (per facilitare quell’auspicabile obiettivo di giungere a meno del 5%). Per il sodio è necessario ridurre il consumo di sale (che ne è la principale fonte) a 5 g al giorno, pari a mezzo cucchiaino. L’acqua deve essere la fonte di liquidi privilegiata, evitando bevande zuccherate, soprattutto nei bambini. Bisogna preferire cibi non trasformati a quelli altamente trasformati e consumare moderatamente carne rossa e carne processata, limitando anche le cotture aggressive (esempio le grigliature) che possono peggiorare gli effetti sulla salute. Tutte queste raccomandazioni si ritrovano anche nelle Linee Guida per una Sana Alimentazione redatte dal CREA, che prendono spunto dai principi cardine della Dieta Mediterranea, che è annoverata come un pattern dietetico non solo sostenibile per l’uomo, ma anche per il pianeta. “Dobbiamo riformare il sistema alimentare globale promuovendo le diete sane, che sono in grado di influenzare da un lato le abitudini alimentari e la domanda e di conseguenza, dall’altro lato, la produzione e la distribuzione, con effetti positivi non solo sulla salute, ma anche sull’ambiente”, conclude Branca.
Il XLIV Congresso Nazionale SINU è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente, dopo dieci anni dall’ultima edizione ed un lavoro durato quattro anni, la V Revisione dei LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. “Centocinquanta esperti, suddivisi in diversi Gruppi di Lavoro, hanno partecipato alla realizzazione di questo documento fondamentale per i programmi di sorveglianza nutrizionale, la promozione della ricerca sulla valutazione dello stato di nutrizione, la valutazione dei fabbisogni e gli effetti della malnutrizione per difetto o per eccesso, la formulazione di piani dietetici per singoli e per la ristorazione collettiva, le necessità relative all’etichettatura e alla fortificazione degli alimenti, la valutazione delle innovazioni nell’ambito dell’industria alimentare e degli integratori. È stata esaminata ed elaborata una quantità enorme di dati, con l’obiettivo di aggiornare i valori di riferimento nutrizionali per la popolazione italiana, anche alla luce delle ultime indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)”, spiega la Prof.ssa Anna Tagliabue.
“Tra le principali novità, la nuova revisione ha previsto un orientamento sempre maggiore verso un’alimentazione plant-based, obiettivi di prevenzione per sale, zuccheri e grassi saturi ed ha esteso l’elenco degli alimenti inclusi nelle porzioni standard”, aggiunge il Prof. Pasquale Strazzullo, Past-president SINU. In primo luogo, i nuovi LARN hanno previsto la revisione di un’enorme massa di nuovi dati sul metabolismo dei diversi nutrienti, le manifestazioni di carenza e di tossicità, i livelli di assunzione e la relazione tra questi ultimi ed il rischio di patologie cronico-degenerative, in particolare cardiovascolari e neoplastiche, principali cause di morte e di disabilità nel nostro Paese. Sono stati ridefiniti i pesi esemplificativi per l’età evolutiva, adottando i valori definiti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e condivisi dalla Società Italiana di Pediatria (SIP). In sintonia con le raccomandazioni della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), sono state ridefinite anche le fasce d’età, che vanno adesso da 18 a 64 anni per l’adulto e da 65 anni in poi per la popolazione geriatrica. I valori di riferimento per l’apporto energetico sono stati espressi anche in questa nuova edizione come fabbisogni medi (AR) di specifici gruppi distinti per età e sesso e sono riportati secondo esempi dimostrativi in base alla statura e al peso, considerando i livelli di attività fisica (LAF) che variano da uno stile di vita sedentario, ad uno anche molto attivo. I livelli sono stati di fatto ridefiniti per quanto riguarda l’età evolutiva, data l’adozione dei nuovi pesi esemplificativi mutuati dai valori definiti dall’OMS.
Per quanto riguarda l’apporto proteico, pur mantenendo invariata l’assunzione di riferimento per la popolazione rispetto alla precedente edizione (cioè 0,9 g/kg al giorno), è stato ampliato l’intervallo di riferimento rispetto all’apporto energetico, passando dal 12-18% al 12-20% dell’energia totale della dieta. Si è intervenuti anche sui valori di riferimento nell’età evolutiva allineando la raccomandazione sulle proteine con i documenti di consenso pediatrici, anche in funzione dei nuovi pesi esemplificativi. Si può parlare di fatto di una vera e propria evoluzione culturale laddove è stata sottolineata l’importanza di un’inclusione più generosa di fonti proteiche vegetali, a fronte di quelle di origine animale nella dieta, in ragione di nuove evidenze riguardo la mortalità, ma anche e soprattutto la sostenibilità della produzione di alimenti. Circa gli altri macronutrienti, sono stati ribaditi i limiti di riferimento per l’assunzione di zuccheri semplici (non oltre il 15% dell’energia totale) e di grassi saturi (meno del 10%), come obiettivi nutrizionali per la prevenzione soprattutto delle malattie di tipo cardiometabolico: è stato eliminato, invece, rispetto alla precedente edizione, il limite di 300 mg al giorno per il colesterolo, alla luce degli studi e delle relative meta-analisi che hanno evidenziato la scarsa importanza relativa dell’assunzione di colesterolo rispetto a quella dei grassi saturi, cui esso è strettamente legato.
Il lavoro di individuazione e di definizione delle porzioni standard dei vari tipi di alimenti e bevande, coordinato dalla Dr.ssa Giulia Cairella, già vice-presidente SINU e dal compianto Dr. Andrea Ghiselli (CREA-Alimenti e Nutrizione), è di evidente importanza ai fini della preparazione di Linee Guida per la sana alimentazione, per l’esecuzione di inchieste alimentari e per la corretta etichettatura degli alimenti. È parimenti opportuno che la definizione della porzione (serving size) venga definita in un documento ufficiale di esperti quale sono i LARN. In questa revisione è stato ampliato l’elenco degli alimenti anche attraverso l’inserimento di alimenti tradizionali di diverse culture entrati ormai nelle abitudini alimentari degli Italiani. Anche in questa revisione, la porzione standard viene “tradotta” in una misura domestica comune (tazza, cucchiaio, pezzo, fetta, frazione, ecc.) per suggerire, quando possibile, degli esempi pratici sia al produttore, che al professionista della salute e per facilitare la comprensione dell’entità della porzione standard nel singolo individuo. Per la prima volta sono inserite le variazioni in peso delle porzioni standard di alcuni alimenti da crudi a cotti, informazione rilevante sia per la dietoterapia, che per la ristorazione collettiva e una tabella di confronto tra la porzione standard e le quantità suggerite (porzioni indicative) nell’età evolutiva, per facilitare l’utilizzo della porzione standard nell’elaborazione dei programmi dietetici in questa fascia di età.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato