Altri due casi in poche ore nel 2020. Consulcesi rilancia la petizione #bastaodiomedicopaziente con oltre 20mila firme
Il nuovo anno si apre con altre due aggressioni ai medici e al personale sanitario. Il primo episodio a pochi minuti dallo scoccare della mezzanotte, con l’esplosione di un petardo lanciato verso un’ambulanza nel quartiere di Barra, nel napoletano. Il secondo, a distanza di poche ore, riguarda una dottoressa dell’ospedale San Giovanni Bosco, aggredita con una bottigliata sul volto forse da un paziente psichiatrico.
Sono migliaia, ogni anno, gli operatori sanitari che vengono aggrediti verbalmente o fisicamente da pazienti o dai loro familiari, un fenomeno eclatante che non ha numeri precisi. Secondo l’OMCeO sono 1200 le aggressioni segnalate nel 2019, tre episodi di violenza al giorno. Il sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed parla di un fenomeno che colpisce il 66% dei medici, ovvero quasi 7 su 10, Di questi, oltre due su tre sono stati aggrediti verbalmente, mentre la restante parte fisicamente. Le aree più a rischio sono la psichiatria e il pronto soccorso, ed i pericoli maggiori si corrono nel Mezzogiorno: arriva infatti al 72% nel Sud e nelle Isole il numero di medici che denuncia aggressioni, e sale all’80% tra chi, di loro, lavora nei pronto soccorso.
«I numeri sono molto più alti – commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, realtà di riferimento legale per oltre 100mila medici e operatori sanitari che ha attivato da oltre un anno il telefono rosso, un servizio gratuito di tutela legale e supporto psicologico -. Buona parte dei medici, come ci rivelano le oltre 200 segnalazioni del telefono rosso, non denunciano, per vergogna, rassegnazione o timore di ulteriori soprusi. Il fenomeno appare ormai esteso a tutti i tipi di lavoro sanitario e non sembra riconoscere significative differenze di ruolo, tanto che vengono aggrediti lavoratori di diverse categorie lavorative, dalle ostetriche ai chirurghi», conclude Tortorella.
IL FENOMENO DELLA VIOLENZA IN CORSIA
«Ogni giorno – continua la nota di Consulcesi – troppi medici sono vittime di aggressioni o costretti a difendersi dalle accuse che spesso si risolvono in un nulla di fatto. Un clima di intolleranza che ha preso di mira in particolar modo il mondo medico sanitario con una escalation di aggressioni nei pronto soccorso e negli studi privati, susseguirsi di denunce (molto spesso pretestuose, tant’è che nel 90% dei casi circa finisce in un nulla di fatto) nei confronti degli operatori, con conseguente aumento del ricorso alla medicina difensiva (e relativi costi eccessivi per le casse pubbliche), preoccupazione da parte delle associazioni di consumatori per il livello di formazione del personale sanitario. Tutto questo rischia di distruggere definitivamente il rapporto medico-paziente».
LA COMUNICAZIONE È LA PRIMA FORMA DI PREVENZIONE
«Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari – prosegue il comunicato – costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e protezione. Le aggressioni sono un problema importante per le ricadute soprattutto psicologiche che possono avere sugli operatori (burn-out) e sui pazienti (compromissione delle relazioni terapeutiche). É bene precisare che gli incidenti violenti non sono degli eventi inevitabili ma è possibile e doveroso prevederli e prevenirli. Il miglior antidoto per stemperare le tensioni e recuperare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, è senza dubbio un solido percorso formativo». «Il 10% dei nostri corsi di formazione rivolti ai medici è dedicato al miglioramento del rapporto medico-paziente attraverso l’acquisizione di strumenti di comunicazione efficace per superare conflitti e criticità che possono generarsi dalla pratica della professione medico sanitaria» aggiunge Tortorella. Tra le novità per il 2020 il corso Ecm per difendersi dalle aggressioni nei luoghi di lavoro.
PETIZIONE SU CHANGE.ORG
«Consulcesi, in prima linea nella tutela dei camici bianchi e accanto ai pazienti che a loro si rivolgono, ha lanciato 11 mesi fa una petizione su Change.org per dire basta all’odio tra medico e paziente e promuovere la creazione del Tribunale della Salute: un vero e proprio luogo di confronto, e non di contrapposizione, tra medici e pazienti. Ad oggi hanno già firmato 21.140 persone», conclude la nota.