Antonino Guglielmino, presidente della SIRU: «Recuperiamo visite e interventi rimandati, ma soprattutto creiamo iniziative a favore del grave calo di desiderio di genitorialità»
Ora che l’emergenza Covid-19 sta progressivamente rientrando, è fondamentale ritornare a occuparsi di tutto quello che è stato messo in secondo piano a causa della pandemia. In primis, la fertilità. È proprio da qui che dobbiamo ripartire se vogliamo guardare con speranza al futuro. È questo il messaggio che gli esperti della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) lanciano in occasione della Giornata nazionale della fertilità, che si celebra il prossimo 18 giugno. «Quello di cui ora abbiamo proprio bisogno non è solo di riprendere e cercare di recuperare visite e interventi rimandati a causa della pandemia, ma anche di iniziative mirate a contrastare l’importante e costante calo del desiderio di genitorialità che abbiamo registrato in questi ultimi anni e ulteriormente aumentato in questi ultimi mesi», spiega Antonino Guglielmino, presidente della SIRU. «Il perdurare della pandemia, e le conseguenti incertezze sul futuro emerse, hanno scoraggiato molti progetti genitoriali», aggiunge.
Secondo la SIRU, da quando è esplosa la pandemia abbiamo assistito a un’iniziale maggiore interesse delle coppie a mettere al mondo un figlio, seguito poi da un drastico calo. Il fenomeno è tanto evidente nel settore della procreazione medicalmente assistita. «Se teniamo conto del consumo dei farmaci per la stimolazione ovarica, solitamente utilizzati per le procedure di Pma, il cambio repentino di rotta – spiega Guglielmino – è molto evidente: se la scorsa estate abbiamo registrato un aumento di circa il 20 per cento delle richieste di pma, ora abbiamo, in alcune regioni, un calo del 30 per cento dell’uso di farmaci necessari per la pma. Le coppie che cercavano intenzionalmente una gravidanza, ora sembrano aver cambiato idea, preoccupati dalle incertezze e probabilmente da quello che gli aspetta nel futuro».
Tra le iniziative proposte da SIRU per far ripartire la voglia di genitorialità dando sicurezza e certezze dobbiamo aiutare e consentire l’accesso ai percorsi produttivi. «I primi passi necessari per dare una spinta concreta alle nascite e contrastare il calo della fecondità grazie alla Pma – dice Guglielmino – sono: sostegno alle coppie attraverso l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita per consentire un agevole e uniforme accesso alle cure in maniera a tutte le coppie in tutta l’Italia; divulgazione e applicazione delle nuove linee guida redatte dalla SIRU per garantire sicurezza e qualità dei trattamenti di riproduzione assistita in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche; inoltre sarebbe necessaria una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell’infertilità e della donazione dei gameti; e infine sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana».
Secondo la SIRU, non c’è modo migliore per celebrare la fertilità che sostenere iniziative concrete che la favoriscano. «Non possiamo guardare con ottimismo al futuro senza pensare prioritariamente a contrastare questa grave emergenza denatalità», conclude Guglielmino.
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