Salute 8 Febbraio 2024 11:58

Alzheimer, i farmaci per l’impotenza potrebbero ridurne il rischio

A provare il legame tra l’assunzione di farmaci per l’impotenza e la riduzione del rischio di demenza è una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology, condotta su 269.725 maschi con un’età media di 59 anni e con diagnosi recente di disfunzione erettile

Alzheimer, i farmaci per l’impotenza potrebbero ridurne il rischio

Utilizzare i farmaci per il trattamento della disfunzione erettile potrebbe aiutare a prevenire l’Alzheimer. A provare il legame tra l’assunzione di questo medicinale e la riduzione del rischio di demenza è una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology. “Abbiamo urgente bisogno di trattamenti che possano prevenire o ritardare lo sviluppo della malattia di Alzheimer – spiega l’autrice dello studio, Ruth Brauer dell’University College London, nel Regno Unito -. Questi risultati sono incoraggianti e giustificano ulteriori ricerche”. I farmaci per la disfunzione erettile, che agiscono dilatando i vasi sanguigni, sono stati inizialmente sviluppati per trattare l’ipertensione.

Gli studi precedenti

Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza. Attualmente, nel mondo sono circa 57 milioni le persone affette da demenza e stando alle stime i casi aumenteranno a 157 milioni entro il 2050. Non esiste una cura ed è per questo che molte ricerche scientifiche puntano in questa direzione. “Lo studio di farmaci esistenti per nuovi usi può essere un metodo conveniente e tempestivo per identificare nuove opzioni terapeutiche”, spiegano i ricercatori nell’introduzione della ricerca. Precedenti studi si sono concentrati proprio sugli effetti dei farmaci per il trattamento della disfunzione erettile sul rischio di demenza. “Data la discrepanza nei risultati – scrivono gli scienziati dell’University College London – abbiamo condotto un ampio studio di coorte basato sulla popolazione per determinare se l’uso di questi farmaci, rispetto al non uso, è associato a un minor rischio di Alzheimer in una popolazione omogenea di uomini con disfunzione erettile”.

Lo studio londinese

Lo studio ha coinvolto 269.725 maschi, con un’età media di 59 anni, con diagnosi recente di disfunzione erettile, ma sani dal punto di vista cognitivo. I partecipanti sono stati poi seguiti per una media di cinque anni. Lo studio ha confrontato il 55% dei partecipanti che assumeva farmaci per la disfunzione erettile con il 45% che non li prendeva. Durante lo studio, 1.119 persone hanno sviluppato la malattia di Alzheimer. Tra i partecipanti che assumevano farmaci per la disfunzione erettile, 749 hanno sviluppato l’Alzheimer, ovvero 8,1 casi per 10mila persone. Tra coloro che non hanno assunto i farmaci, 370 hanno sviluppato la malattia di Alzheimer, il che corrisponde a 9,7 casi ogni 10mila persone. Gli esperti hanno calcolato che, a parità di altri fattori di rischio, le persone che assumevano farmaci per la disfunzione erettile avevano una probabilità ridotta del 18% di sviluppare l’Alzheimer rispetto alle persone che non assumevano i farmaci.  Alla luce dei risultati sarebbe giustificato svolgere “un trial clinico, con uomini e donne per determinare se questi risultati si applicano anche per il genere femminile”, conclude l’esperta.

 

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