Si prevede l’aggiornamento del Piano Nazionale Demenze, di cui l’Italia si è dotata dal 2015, e si punta anche sul monitoraggio dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) dedicati alle demenze e della rete dei servizi dedicati
Diabete, colesterolo, ipertensione, fumo, obesità, inquinamento atmosferico, traumi cranici, depressione, attività fisica, assunzione di alcol, anni di scolarizzazione e attività cognitiva continua, prevenzione e trattamento della perdita di udito, trattamento della perdita della vista, interazione sociale. È questo l’elenco dei 14 fattori di rischio che, secondo uno studio recente pubblicato su The Lancet, se modificati contribuirebbero alla diminuzione dei casi di demenza. A ricordarlo, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer che si celebra il 21 settembre, sono gli esperti dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità sul proprio sito web, in una pagina dedicata. Si stima che nel mondo siano più di 55 milioni i casi di demenza, la cui forma più comune è la malattia di Alzheimer. In Italia attualmente sono circa due milioni le persone con demenza o disturbo neuro cognitivo maggiore o con una forma di declino cognitivo lieve. Circa quattro milioni sono i loro familiari.
“Quella legata alle demenze è una delle più grandi e complesse sfide per i Sistemi sanitari mondiali- sottolinea Nicola Vanacore, direttore dell’Osservatorio Demenze dell’Iss-. L’aumento dei casi associato alla storia naturale della malattia, caratterizzata da declino progressivo delle funzioni cognitive, disturbi psico-comportamentali e conseguente progressiva perdita dell’autonomia, obbligano a considerarla una priorità”. L’Italia già dal 2015 si è dotata di un Piano Nazionale Demenze che, spiegano gli esperti dell’Iss “definisce strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze. Nel 2021 è stato formalizzato un Tavolo permanente per le demenze, coordinato dal Ministero della salute con il supporto dell’Osservatorio demenze dell’Iss. La legge di bilancio 2021 ha finanziato per la prima volta con 15 milioni di euro per il triennio 2021-2023 un Fondo e la legge di bilancio 2024 ha destinato 4,9 milioni di euro per il 2024, e 15 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026 per il rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le demenze”.
Le linee strategiche del nuovo Decreto del Ministero della Salute si articolano in attività da mettere in campo, avvalendosi dell’Iss, su otto specifici obiettivi, che “vanno dalla diffusione ed implementazione della Linea guida su diagnosi e trattamento di demenza e declino cognitvo lieve, appena pubblicate sul sito dell’Osservatorio Demenze dell’Iss, alle strategie di promozione della prevenzione primaria e secondaria, alla definizione di un Piano di formazione nazionale e alle sperimentazioni per valutare la possibile efficacia di interventi di tele-riabilitazione. Si prevede anche l’aggiornamento del Piano Nazionale Demenze, di cui l’Italia si è dotata dal 2015, e si punta anche sul monitoraggio dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) dedicati alle demenze e della rete dei servizi dedicati”, aggiungono dall’Istituto Superiore di Sanità.
L’Osservatorio demenze dell’Iss lavora anche a stretto contatto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità: lo scorso 27 maggio 2024 è stato firmato un memorandum d’intesa triennale con cui è stata formalizzata una stretta collaborazione finalizzata a migliorare i modelli di assistenza per un invecchiamento in salute.
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