Salute 28 Giugno 2018 13:27

Congresso Anaao-Assomed, il Ministro Grillo: «No a una sanità per i ricchi e una per i poveri. Su specialistica apriremo tavolo con Regioni»

«Sulle liste d’attesa una delle mie più grandi battaglie», annuncia la titolare del dicastero di Lungotevere Ripa. Poi la critica alla politica: «Finora non ha considerato la sanità centrale nel dibattito»
Congresso Anaao-Assomed, il Ministro Grillo: «No a una sanità per i ricchi e una per i poveri. Su specialistica apriremo tavolo con Regioni»

Diseguaglianze tra Regioni, formazione degli specialisti, rifinanziamento del Sistema Sanitario Nazionale. È stato un intervento a tutto tondo quello del Ministro della Salute Giulia Grillo alla platea del sindacato Anaao Assomed che celebra a Roma il suo 24esimo Congresso, ultimo dell’era di Costantino Troise, alla guida del sindacato da otto anni.

«Sarò ministro medico ma non solo dei medici e ce la metterò tutta nell’ascoltare e dare seguito ai problemi», ha affermato il Ministro chiedendo in cambio «la rinuncia a pregiudizi e a posizioni precostituite, perché il nostro Servizio Sanitario Nazionale rappresenta un fiore all’occhiello ma va riempito di contenuti e fatti». Priorità assoluta, come già messo in evidenza con i primi atti, la lotta alle liste d’attesa: «Il primo atto governativo che ho fatto è stato inviare alle Regioni una lettera sulle liste d’attesa. Farò di questo una delle mie più grandi battaglie, bisogna però superare ostacoli amministrativi e burocratici».

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Nella relazione di chiusura, Troise aveva toccato tanti temi non ignorando i tanti punti di criticità del Sistema sanitario dalla perdita in 10 anni di oltre 70mila posti letto al taglio di novemila medici con l’innalzamento della loro età media al vertice mondiale.

Argomenti a cui il Ministro ha indirettamente risposto con la volontà di «aprire il rubinetto degli investimenti, chiuso da troppi anni, perché investire in salute non è una spesa ma un investimento e noi dobbiamo farlo capire a tutti gli attori della società, anche della politica che ha sempre considerato la sanità non centrale nel dibattito». Grillo ha ricordato che «il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è il punto principale. Da circa 10 anni si sono ridotte le risorse destinate al Ssn di 3 decimi di punto all’anno, cosa che non è accaduta in altri Paesi».

Altro tema nell’agenda del Ministro e del contratto di Governo Lega-M5S quello della trasparenza e delle nomine in sanità: «La trasparenza deve guidarci in ogni atto soprattutto nelle nomine dove deve prevalere il merito e liberarci dal bastone dei partiti. Sono cosciente del compito che ho davanti e ce la metterò tutta».

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Poi un passaggio sulle diseguaglianze tra le varie Regioni, un tema che aveva diviso gli ex Ministri della Salute, da De Lorenzo a Rosy Bindi, dalla Turco alla Lorenzin, intervenuti al Congresso Anaao. «La situazione del Ssn la conoscete meglio di me: ci sono ancora troppe difformità tra Regioni, questo produce il rischio di una sanità dei ricchi e una sanità dei poveri, e a perdere poi sono i più deboli e fragili». Il Ministro ha citato gli ultimi dati Istat, da cui emergono 5 milioni di italiani in povertà assoluta, specie al Sud. «Loro sperano più di altri in un concreto universalismo della sanità, perché più di tutti abbandonano le cure», conclude.

Infine un passaggio sulla formazione specialistica, altro tema caro all’Anaao, e l’annuncio dell’apertura di un tavolo con le Regioni: «Sulla formazione specialistica in 5 anni non ho mai visto atti parlamentari o governativi, invece lo ritengo uno dei temi cruciali del Ssn, tanto che è stato anche uno dei primi argomenti che mi ha proposto la conferenza Stato-Regioni», ha affermato il Ministro che ha aggiunto: «Il ritardo con cui arriviamo a questo argomento è disarmante. Investirò molto della mia attività su questo tema, consapevoli che non si fa tutto in due mesi». Da una programmazione ragionata dei fabbisogni dei medici specialisti dovrebbero dipendere infatti i posti nelle scuole di specializzazione medica. Ma attualmente, ogni anno, a fronte di circa 10mila laureati in medicina, i contratti di formazione specialistica sono poco più di 6mila. Questo genera carenza di medici in alcune aree professionali e in alcune zone del Paese, oltre che precariato e disoccupazione nella categoria.

 

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