Salute 13 Marzo 2025 11:12

Anoressia nervosa, in uno studio l’efficacia della stimolazione cerebrale non invasiva

I dati indicano che i partecipanti sottoposti alla stimolazione reale hanno mostrato un miglioramento significativo della sintomatologia dell’anoressia, con effetti stabili e progressivi fino a sei mesi dopo la conclusione del trattamento
Anoressia nervosa, in uno studio l’efficacia della stimolazione cerebrale non invasiva

La Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS) è una concreta prospettiva terapeutica per il trattamento dell’anoressia nervosa, una delle più gravi patologie psichiatriche con un’incidenza crescente tra bambini e adolescenti, ad esordio sempre più precoce e con un alto indice di mortalità. A dimostrare l’efficacia di questa tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva è un studio, appena concluso, condotto da clinici e ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. La Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta ha mostrato un impatto positivo sulla regolazione del comportamento alimentare. Il metodo e dati preliminari della ricerca, finanziata dal Ministero della Salute nell’ambito del Bando di ‘Ricerca Finalizzata Giovani Ricercatori’, sono stati pubblicati sulle riviste scientifiche Frontiers in Behavioural Neuroscience e Journal of Eating Disorders e, relativamente alla sicurezza del trattamento, su Scientific Reports.

Lo studio

Il progetto di ricerca del Bambino Gesù ha coinvolto 64 pazienti dell’Ospedale con diagnosi di anoressia nervosa, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, per la maggior parte di genere femminile (62 su 64). La ricerca, avviata nel 2020 e conclusa nel mese di febbraio 2025, è stata condotta nell’ambito di un trial clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno trattato con placebo, l’altro con la Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta, tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che agisce sulla corteccia prefrontale, area chiave nel controllo del comportamento. La terapia, che consiste nell’applicazione di elettrodi che emettono una corrente continua di bassa intensità non percepibile dal soggetto stimolato, è stata somministrata per sei settimane con tre sedute settimanali della durata di 20 minuti.

Una terapia promettente

Dallo studio emerge un impatto positivo della terapia sulla regolazione del comportamento alimentare. I dati emersi indicano, infatti, che i partecipanti sottoposti alla stimolazione reale hanno mostrato un miglioramento significativo della sintomatologia dell’anoressia, con effetti stabili e progressivi fino a sei mesi dopo la conclusione del trattamento. Al contrario, nel gruppo placebo, i miglioramenti osservati tendevano a ridursi nel tempo. In particolare, dal termine del trattamento fino a sei mesi dopo, nel gruppo stimolato con Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta si è osservato un miglioramento con la normalizzazione di molti sintomi psicopatologici associati al rischio di disturbo alimentare (insoddisfazione per il corpo, comportamenti compensatori inappropriati, desiderio di magrezza), così come senso di inadeguatezza, problemi interpersonali e affettivi o difficoltà psicologiche generali.

Verso scenari innovativi nella lotta contro l’anoressia

“Questi risultati suggeriscono che la stimolazione cerebrale non invasiva, affiancata alle terapie standard come il supporto psichiatrico, nutrizionale e psicologico, è in grado di potenziare l’efficacia dell’iter di cura – sottolinea Floriana Costanzo, psicologa del Bambino Gesù e responsabile del progetto di ricerca -. La validità della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta, quindi, apre scenari innovativi nella lotta contro l’anoressia nervosa in età evolutiva. Grazie alla sua semplicità, sicurezza e basso costo, questa tecnologia potrebbe diventare un’opzione facilmente accessibile per migliorare le terapie esistenti e per favorire un recupero più stabile e duraturo”, conclude.

 

 

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