Un nuovo studio potrebbe aprire la strada a terapie mirate e più efficaci: i ricercatori dell’Università di Yale hanno scoperto una possibile predisposizione ereditaria all’ansia
È un’emozione caratterizzata da un senso di agitazione, preoccupazione e minaccia, accompagnata il più delle volte da una reazione somatica che mette in allarme il corpo. È l’ansia, un disturbo che solo in Italia affligge tantissime persone: sono circa 8 milioni e mezzo gli italiani che, almeno una volta nella vita, hanno sofferto di disturbi d’ansia, la patologia psichiatrica più comune nel nostro Paese. Ora un nuovo studio potrebbe aprire la strada a terapie mirate e più efficaci. I ricercatori dell’Università di Yale hanno scoperto più di 100 geni associati all’ansia, un risultato che potrebbe far luce sulla predisposizione ereditaria all’ansia.
Sapere se un individuo è geneticamente predisposto all’ansia può avere importanti implicazioni per lo sviluppo di terapie e trattamenti più efficaci. Lo studio che mostra la correlazione tra l’ansia e la genetica è stato pubblicato sulla rivista Nature Genetics ed è il frutto del lavoro di ricercatori del dipartimento di psichiatria dell’Università di Yale, che hanno esaminato i profili genetici di oltre un milione di partecipanti in tutto il mondo. Sfruttando questo ampio dataset, hanno scoperto oltre 100 geni associati all’ansia. “Questo sforzo evidenzia il potere degli studi genetici su larga scala per scomporre la complessa patogenesi dell’ansia, dimostrando come più geni che agiscono su diverse funzioni cerebrali contribuiscano a definire il rischio genetico individuale”, afferma Renato Polimanti, professore di psichiatria alla Yale School of Medicine e autore principale dello studio.
“Questi risultati aprono nuove possibilità per comprendere la base molecolare della psicopatologia e valutare i meccanismi responsabili della comorbilità tra ansia e altri esiti negativi di salute”, aggiunge il ricercatore. Gli scienziati hanno capito come i geni possano agire su diverse strutture cerebrali per aumentare il rischio di sviluppare disturbi e sintomi di ansia e hanno anche osservato che alcuni geni associati all’ansia possono predisporre ad altre malattie mentali, tra cui depressione, schizofrenia e disturbo bipolare. Infine, lo studio ha dimostrato che il rischio genetico dell’ansia è anche correlato a condizioni non psichiatriche. In particolare, le prove più forti sono state osservate in relazione ai disturbi gastrointestinali e agli esiti legati al dolore.”Studiando i disturbi d’ansia attraverso cinque diversi gruppi etnici per la prima volta, siamo stati in grado di scoprire l’architettura genetica dei disturbi d’ansia con maggiore potenza”, afferma Eleni Friligkou, primo autore dello studio.
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