In Italia si abusa di antibiotici fluorochinoloni. Fabrizio Ernesto Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi, Sant’Ambrogio, e professore all’Università degli Studi di Milano, spiega a Sanità Informazione i possibili pericoli
Di recente, una nota pubblicata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in accordo con dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ha segnalato che gli antibiotici fluorochinoloni «continuano a essere prescritti al di fuori degli usi raccomandati». Le due agenzie inoltre hanno raccomandato di prescrivere questi farmaci dopo solo «un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi sul singolo paziente». Concorda su tutta la linea Fabrizio Ernesto Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) dell’Ospedale Galeazzi, Sant’Ambrogio, e professore all’Università degli Studi di Milano. «Un uso improprio degli antibiotici, in particolare di questi, può comportare reazioni avverse gravi», sottolinea a Sanità Informazione.
«I fluorochinoloni sono una classe di antibiotici (ciprofloxacina, delafloxacina, levofloxacina, lomefloxacina – moxifloxacina, norfloxacina, ofloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina) molto utile per il trattamento di alcune infezioni batteriche, anche molto gravi, come alcuni tipi di polmonite, meningite o encefalite, per cui altre terapie farmacologiche non sono sufficientemente efficaci», spiega Pregliasco. «Ad oggi vi è un uso generalizzato degli antibiotici senza una valutazione accurata in termini di scelta e di opportunità. In particolare – continua – si è osservato un uso ripetuto dei fluorochinoloni, a cui si ricorre spesso per motivi non particolarmente rilevanti. Questo può portare l’individuo a sviluppare una resistenza agli antibiotici».
«Gli effetti collaterali scaturiti dall’impiego smisurato e poco accorto di fluorochinoloni si sono rivelati spesso di grave entità, come tendinopatie, neuropatie periferiche, disturbi del Sistema nervoso centrale, depressione, ansia, vertigini e addirittura rotture del tendine di Achille», sottolinea Pregliasco. «Sono molteplici i principi attivi, come ciprofloxacina, delafloxacina, levofloxacinae, che appartengono a questa classe di antibiotici, per cui bisogna fare molta attenzione a non essere superficiali. Questa classe di antibiotici – precisa – può essere somministrata, una volta escluse tutte scelte terapeutiche alternative e solo se strettamente necessario».
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