Ignorando i moniti degli esperti, l’Epa (Ente di protezione ambientale statunitense) ha autorizzato l’utilizzo di antibiotici come pesticidi sugli agrumi. Un decisione che sconcerta per il rischio di aumentare a dismisura il problema della resistenza batterica mettendo in pericolo la salute delle persone
Prima i limoneti, ora anche gli aranceti. Come riporta il Salvagente, L’Epa (l’Ente di protezione ambientale statunitense) dell’era Trump continua a creare scalpore: dopo aver autorizzato l’uso di antibiotici per combattere il mal secco dei limoni, ha approvato anche l’irrorazione di aranceti con l’antibiotico ossitetraciclina. Si tratta di un antibiotico utilizzato in medicina umana, per trattare una comune malattia a trasmissione sessuale: la clamidia.
La questione, infatti, è questa: l’ossitetraciclina e gli antibiotici simili funzionano interferendo con la capacità dei batteri di crescere e moltiplicarsi e, in questo modo, secondo gli scienziati, c’è il rischio di aumentare quel fenomeno sempre più diffuso della selezione di batteri resistenti che va sotto il nome di antibiotico–resistenza nelle persone e nell’ambiente. E il rischio di rendere inutile uno degli antibiotici più comuni non si ferma all’ossitetraciclina.
L’Epa, inoltre, a quanto riporta la stampa americana, potrebbe anche approvare l’irrorazione di 280 tonnellate di streptomicina, sugli agrumeti in Florida – un altro antibiotico – ogni anno. Gli esperti parlano di più di 46 volte la quantità di antibiotici simili che gli americani prendono ogni anno per combattere le malattie , tra cui la tubercolosi.
Una minaccia per i consumatori statunitensi (in Europa questi trattamenti non sono ammessi) che non sanno quanti residui di antibiotici troveranno nelle spremute e nei frutti che mangiano. E una strada senza uscita che rischia di togliere ogni efficacia a farmaci che costituiscono una speranza per i malati in tutto il mondo.