Quasi il 70% degli over 50 italiani non ha un diploma e più di uno su otto non è più attivo lavorativamente. Entrambi gli elementi sono fortemente correlati all’aumento del rischio di isolamento. A dimostrarlo, una ricerca condotta su oltre 64mila adulti tra i 50 e i 90 anni e pubblicata sulla rivista Aging and Mental Health. Tuttavia, ciò che preoccupa di più è la salute mentale dei nostri anziani: circa il 35% dei partecipanti allo studio presenta sintomi compatibili con una forma di depressione. Questo è uno dei fattori che, insieme allo stato civile – ovvero essere vedovi, divorziati o single -, incide maggiormente sulle disuguaglianze legate alla solitudine.
I ricercatori hanno utilizzato l’indice di concentrazione (COIN) per misurare le disuguaglianze nella solitudine legate all’età. L’Italia ha ottenuto un punteggio COIN positivo, indicando che gli over 70 sperimentano livelli di solitudine più elevati rispetto ai più giovani. Nel nostro Paese, il punteggio medio di solitudine tra gli adulti è di 1,3 su un massimo di 6, uno dei più alti in Europa occidentale. In un focus sull’Italia, gli studiosi hanno anche individuato i tre fattori principali dai quali si originano le disuguaglianze di solitudine legate all’età in Italia. Il primo è ‘essere non occupati’: non essere più nel mondo del lavoro è fortemente associato a un aumento della solitudine negli anziani. Due: ‘essere non coniugati’, quindi vedovi, separati o single. Infine, ‘avere sintomi depressivi’ che amplificano l’isolamento percepito e sono più diffusi tra le fasce più anziane.
Considerando la solitudine un fattore prettamente sociale, i ricercatori raccomandano alcuni interventi mirati, tra cui programmi di supporto alla salute mentale per gli over 65, iniziative per promuovere la partecipazione sociale e il volontariato tra i pensionati e politiche per il sostegno alla vedovanza e alla solitudine abitativa, come cohousing o spazi comunitari per anziani. Analizzando tutti i risultati e non solo quelli legati al Belpaese i ricercatori concludono che “le disuguaglianze legate all’età nella solitudine, e i fattori che contribuiscono a queste disuguaglianze, variano notevolmente da paese a paese, il che suggerisce che la solitudine non è una conseguenza inevitabile dell’età, ma potrebbe piuttosto essere influenzata dalle condizioni ambientali all’interno del paese come, ad esempio, la coesione sociale)”.
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