Inverno mite e primavera con temperature elevate hanno contribuito alla diffusione delle zecche. L’area più colpita è l’Europa centrale, dove si segnala un 20,7% di infezioni, a seguire l’Asia orientale con il 15,9% e l’Europa occidentale con il 13,5%. Antonella D’Arminio Monforte, direttore della struttura complessa di malattie infettive Santi Paolo e Carlo Milano spiega come affrontarle e le possibili conseguenze
Con l’arrivo del caldo e della stagione estiva parchi e boschi sono luoghi ideali per una gita fuori porta. Attenzione però alle zecche che quest’anno, complice un inverno mite e una primavera con temperature elevate, sembrano essere ancora più insidiose come spiega la professoressa Antonella D’Arminio Monforte, direttore della struttura complessa di malattie infettive Santi Paolo e Carlo di Milano. «La zecca morsica per nutrirsi di sangue – spiega l’infettivologa – La puntura può causare molte patologie differenti, che dipendono dalla tipologia della zecca e dalle zone geografiche». Sono circa 900 le specie al mondo. La più comune in Italia è la zecca del piccione, mentre da un punto di vista sanitario le più rilevanti sono la zecca dei boschi e la zecca del cane. «La puntura è indolore – riprende la professoressa Monforte – perché nella saliva hanno un liquido anestetico, succhiano e restano attaccati alla cute anche diversi giorni».
Le zecche sono artropodi, della stessa famiglia di ragni. Hanno una dimensione che varia tra qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie, con un corpo tondeggiante e sul capo un apparato boccale in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. La zecca vive tre stadi di sviluppo: larva, ninfa e adulta. Ad ogni passaggio si nutre di sangue, quindi mangia tre volte poi depone le uova e muore. Diventa pericolosa quando durante il suo pasto infetta l’uomo o l’animale presso cui si è fermata. «La malattia più frequente è la sindrome di Lyme che è una borreliosi multi-sistemica che interessa diversi organi: pelle, articolazioni e si manifesta con febbre, dolori diffusi, stanchezza. Nei casi più gravi può evolvere in meningite».
Una ricerca condotta dalla Kunming Medical University in Cina condotta da gennaio 1984 e dicembre 2021 ha preso in esame 89 studi e sottoposto ad analisi del sangue un totale di 150 mila persone. Analizzando i dati ed esaminando la presenza di eventuali anticorpi si è scoperto che il tasso globale di infezione è del 14,5%. In pratica una persona su sette ha contratto questa patologia. L’area più colpita è l’Europa centrale, dove si segnala un 20,7% di infezioni, a seguire l’Asia orientale con il 15,9% e l’Europa occidentale con il 13,5%.
Se la malattia di Lyme è la più frequente, non mancano anche casi più rari i casi di febbre Q o meningite, mentre i decessi, pochi fortunatamente, sono riconducibili a complicanze per altre patologie pregresse. Per estrarre la zecca è importante non improvvisare, meglio seguire le linee guida dell’Istituto superiore della Sanità. «Lo strumento utile per rimuovere le zecche è la pinzetta con punte sottili, facendo dei movimenti rotatori leggeri finché si sfila – spiega D’Arminio Monforte -. Evitare di toccarla con le mani e poi se è rimasto il rostro all’interno, è opportuno cercare di toglierlo con un ago sterilizzato». Per ridurre la possibilità di venire a contatto con le zecche, in ogni caso, è consigliato indossare abiti chiari, fare escursioni nei boschi o in prati con pantaloni lunghi, scarponcini o stivali e preferibilmente cappello. Ma c’è chi fa di più: il Veneto, tra le regioni più colpite dalle zecche, ha messo a punto una profilassi vaccinale in alcune aree a rischio.
Dal 2019 Regione Veneto garantisce ai cittadini della provincia di Belluno, particolarmente interessata dal problema, e ad alcune categorie considerate a rischio, come i volontari del soccorso alpino e della Protezione Civile, la possibilità di effettuare gratuitamente la vaccinazione anti-encefalite da zecche (TBE), mentre per tutti coloro che risiedono in Veneto e ne fanno richiesta, sarà disponibile ad un prezzo agevolato di 25 euro a dose.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato