Salute 18 Giugno 2020 13:19

Covid-19, lo studio Usa: «45% dei malati è asintomatico, ma alcuni hanno danni ai polmoni»

Dai dati della Diamond Princess analizzati da due studiosi americani emerge la possibilità che l’assenza di sintomi non significhi assenza di danni interni

Covid-19, lo studio Usa: «45% dei malati è asintomatico, ma alcuni hanno danni ai polmoni»

Gli ultimi studi sulle manifestazioni di Sars-CoV-2 sembrano dimostrarlo: la percentuale di asintomatici oscilla tra il 40% e il 45% dei malati di Covid-19. Questi soggetti possono trasmettere ugualmente la malattia, forse anche per un periodo più lungo dei 14 giorni calcolati. Ma l’assenza di sintomi non decreta anche l’assenza di danni interni nei soggetti. Due ricercatori dello Scripps Research Traslational Institute di La Jolla in California, Daniel Oran e Eric Topol, lo illustrano in uno studio pubblicato nella rivista “Annals of Internal Medicine“.

«Sin dai primi mesi – si legge – un’immagine iconica di Covid-19 è stato il paziente in terapia intensiva, che tenta con difficoltà di respirare con urgente bisogno di essere ventilato. Si tratta della faccia mortale del virus, che ha ucciso oltre 340 mila persone nel mondo. Ma non è l’unica, in quanto la malattia mostra due volti: uno tragicamente letale, l’altro sorprendentemente benigno».

Le coorti prese in esame dagli studiosi americani sono luoghi che hanno provveduto a effettuare testing su larga scala di una porzione circoscritta di popolazione. Dal campione più grande, costituito dai test random effettuati sulla popolazione islandese, attraverso i risultati della cittadina di Vo’ Euganeo; dal monitoraggio della Diamond Princess e di altre navi da crociera poste in quarantena, fino a quello di università, istituti militari, rifugi per senza fissa dimora e prigioni negli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE: CONFERENZA ISS: «RT SOTTO 1 IN TUTTA ITALIA MA IN AUMENTO QUOTA ASINTOMATICI. VACCINO NON PRIMA DELLA PRIMAVERA 2021»

A essere asintomatici sono maggiormente i giovani e le donne. L’analisi sembra inoltre confermare che la maggior parte non ha sviluppato mai i sintomi di Covid-19. Con l’unica eccezione della coorte del King County, una residenza per anziani, in cui 24 dei 27 senza sintomi ne hanno poi sviluppati. Ma l’età degli ospiti e le comorbidità potrebbero aver influito. A Vo’, invece, nessuno degli asintomatici ha poi manifestato sintomi. Proprio dai dati della cittadini veneta, i ricercatori hanno desunto la capacità di contagiare dei malati senza sintomi e, dalle evidenze risultate nella U.S.S. Theodore Roosvelt, anche per più di 14 giorni.

Una spiegazione che infine giustificherebbe la diffusione così rapida del virus nel mondo. «Persone che non si sentono o non sembrano star male – si legge nel paper – hanno molte più possibilità di interagire con gli altri rispetto a coloro che hanno sintomi. Se dunque la trasmissione da asintomatici è comune, testare solo le persone con sintomi sembra folle».

Sulla Diamond Princess si è osservato il dato più sorprendente. Il 54% dei 76 asintomatici presenti sulla nave, dopo la radiografia, mostravano di avere delle significative anormalità sub-cliniche nei polmoni. Bisognerà confermarlo, scrivono i ricercatori, ma così risulterebbe che un’assenza di sintomi non stia a significare assenza di danni interni. La natura “sub-clinica” dei danni «suggerirebbe la possibilità che Sars-CoV-2 causi dei deficit sottesi nella funzionalità dei polmoni, difficili da trovare a un primo esame.

LEGGI ANCHE: COVID-19, LE FOCHE (UMBERTO I): «ECCO PERCHE’ OGGI IL VIRUS è MENO AGGRESSIVO»

Nonostante le difficoltà nella precisione dei dati, dovute alle relativa concentrazione dei luoghi presi in esame, la percentuale di asintomatici oscilla tra il 40% e il 45%, se ci si vuole mantenere bassi al 30%.

La quota risulta sempre costante, tranne nei dati raccolti nelle prigioni statunitensi, dove si tocca il 96% di asintomatici. Come fattore plausibile gli studiosi propongono la “cross-immunity” dovuta ai betacoronavirus – le influenze stagionali – HCoV-OC43 e HCoV-HKU1. Tra novembre 2019 e metà febbraio 2020 si sono diffuse molto negli Usa, specie nei luoghi chiusi come le prigioni. Gli anticorpi sviluppati per quel tipo di virus potrebbero aver “indebolito” le manifestazioni di Covid-19 in quei soggetti.

La conclusione della ricerca resta la necessità di testare spesso e su larga scala, senza sottovalutare l’importanza degli asintomatici. «Non concentrarsi su questo aspetto – chiude la ricerca – potrebbe trovarci impreparati a una seconda ondata» e causare una falla nei dati di trasmissione.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...