Il Sottosegretario alla Salute ha presieduto la sessione inaugurale dell’evento a cui presenziano 53 ministri da tutta Europa. «Aumento alcol e fumo tra giovani preoccupa»
Oltre cinquanta ministri e rappresentati della sanità di tutta Europa sono a Roma per partecipare alla 68esima assemblea dell’ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità. A presiedere la sessione inaugurale dell’assemblea che ha visto la partecipazione del premier Giuseppe Conte, del direttore generale OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, del Ministro della Salute Giulia Grillo e della Principessa Mary di Danimarca, il sottosegretario Armando Bartolazzi. Tanti i temi sul tappeto: la spesa sanitaria privata, la sostenibilità dei sistemi sanitari, i vaccini, i nuovi dati sulla salute dei cittadini europei e la strategia su salute e benessere maschile. «Ridurre la spesa out of pocket significa ottimizzare i servizi e le risorse che noi già abbiamo e poi agire sui ticket: capire ciò che è essenziale per la popolazione e che non dovrebbe essere pagato», spiega Bartolazzi a Sanità Informazione.
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Sottosegretario, lei ha presieduto l’Assemblea del comitato per l’Europa dell’OMS, quali sono le tematiche più importanti venite fuori dal dibattito?
«Ci sono diverse tematiche importanti da affrontare, a cominciare per esempio dal problema dei costi che la popolazione deve sostenere per curarsi: c’è un certo grado di impoverimento della popolazione: siamo un po’ sopra l’8% di famiglie povere e siamo oltre il 15% di spesa out of pocket sul totale della spesa sanitaria che stabilisce l’OMS: questo è un problema serio. Poi ci sono una moltitudine di argomenti che dovrebbero essere approfonditi, per esempio l’obesità infantile e quindi gli stili di vita. Voi come sapete in Italia abbiamo una delle migliori aspettative di vita, siamo i secondi in Europa, campiamo di più, però c’è ad esempio il problema della ripresa del fumo tra i giovani e dell’uso di alcol. Quindi questo vantaggio che abbiamo ottenuto fino ad oggi si potrebbe perdere negli anni futuri se non adottiamo delle azioni necessarie per limitare queste problematiche. Ci sono molti spunti per adottare politiche sanitarie di un certo spessore».
Anche il premier Conte ha toccato l’argomento della spesa out of pocket. L’OMS raccomanda il 15%, mentre noi siamo al 23%. Come si fa a ridurre la spesa sanitaria privata dei cittadini?
«Ridurre la spesa out of pocket significa ottimizzare i servizi e le risorse che noi già abbiamo e poi agire sui ticket: capire ciò che è essenziale per la popolazione e che non dovrebbe essere pagato. C’è bisogno di una revisione generale di tutta l’organizzazione del nostro sistema sanitario che fino ad oggi ha servito piuttosto bene tanto è vero che il vantaggio che abbiamo ottenuto sull’aspettativa di vita ne è una dimostrazione. Ma è chiaro che andremo incontro nel prossimo futuro anche a delle problematiche piuttosto importanti da risolvere, come la sostenibilità: ci sono nuovi farmaci molto costosi, nuove tecniche diagnostiche molto costose ed è chiaro che se non ottimizziamo le risorse presenti ed anche la modalità di somministrazione di questi servizi rischiamo di andar sotto di parecchio. Bisogna avere una visione a largo spettro, sistemare diverse cose e poi spero che si riuscirà con il tempo a offrire un servizio sempre migliore, sempre più sostenibile, non solo economicamente, al Paese».