I ricercatori: “Con ulteriori studi c’è il potenziale per scoprire come questa variante genetica possa divenire il bersaglio di nuove terapie specificamente progettate per trattare l’obesità infantile”
Identificata una variante genetica causale fortemente associata all’obesità infantile: la scoperta si deve ai pediatri del Children’s Hospital di Philadelphia (Chop) ed è resa nota sulla rivista Cell Genomics. Lo studio fornisce nuove intuizioni sull’importanza di una regione del sistema nervoso, l’ipotalamo e del suo ruolo nell’obesità infantile comune. Il gene potrebbe servire come un bersaglio trattabile con future terapie. Sia i fattori ambientali, sia quelli genetici giocano ruoli critici nell’aumento dell’incidenza dell’obesità infantile. Studi precedenti mostrano che le vie neuronali nell’ipotalamo regolano il consumo di cibo e sono regolatori chiave della malattia. Confrontando il genoma di bambini obesi con quello di coetanei di peso normale i pediatri hanno individuato una variante genetica specifica fortemente associata solo all’obesità infantile e non a quella dell’adulto; il gene si trova sul cromosoma 12 e si chiama ‘rs7132908’ e si trova vicino al gene FAIM2 importante per lo sviluppo del sistema nervoso.
“Negli Stati Uniti l’obesità infantile colpisce circa 14,7 milioni di individui di età compresa tra 2 e 19 anni, corrispondenti a circa un bambino e adolescente su cinque – spiegano i ricercatori nell’abstract della ricerca -. La prevalenza globale dell’obesità infantile, negli ultimi decenni, è aumentata sostanzialmente, passando da meno dell’1% a oltre il 7% negli Stati Uniti. I casi comuni di obesità derivano da fattori sia ambientali che genetici. La componente genetica spiega un’ampia parte del rischio di obesità, con stime di ereditarietà che vanno dal 40% all’85%, ma rimane non completamente compreso. Tuttavia, è noto che le vie neuronali nell’ipotalamo controllano l’assunzione di cibo e sono regolatori chiave dell’obesità”, aggiungono gli studiosi illustrando le ragioni che li hanno spinti a condurre questa ricerca.
I risultati dello studio e la possibilità di nuove terapie
“La variante scoperta si associa a uno dei segnali genetici più forti mai trovati per l’obesità infantile – spiega il primo autore dello studio Sheridan Littleton. In esperimenti in provetta i ricercatori hanno dimostrato che a questa variante si associa potenzialmente una riduzione dei neuroni nella regione ipotalamica – . Con ulteriori ricerche, c’è il potenziale per scoprire come questa variante genetica possa divenire il bersaglio di nuove terapie specificamente progettate per trattare l’obesità infantile”, aggiunge. Oltre all’obesità infantile, il locus in questione è stato trovato essere collegato a una varietà di problemi di salute correlati, tra cui una suscettibilità elevata al diabete di tipo 2, un aumento della percentuale di grasso corporeo nei bambini e negli adulti, e un’età più precoce del ciclo mestruale. “Questo lavoro sottolinea ulteriormente come il cervello sia centrale nella genetica dell’obesità e ci fornisce una strategia per ulteriori studi”, concludono i ricercatori.
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