Dopo nuovi episodi di danni al fegato associati al consumo di integratori alimentari alla curcuma, il Ministero della Salute dispone una nuova avvertenza di rischio: «In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato». Sul foglio illustrativo spariscono gli effetti fisiologici finora esplicitamente attribuiti alla sostanza
È una polvere gialla ricavata dalla radice essiccata della Curcuma longa dalle presunte proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antidolorifiche, depurative e digestivo. Si chiama Curcuma e viene utilizzata come aroma alimentare, soprattutto in Oriente e nel Subcontinente Indiano. Nel nostro Paese, invece, più che le tavole ha conquistato gli scaffali degli integratori alimentari, sul cui utilizzo ora il Ministero della Salute ha deciso di porre un freno.
Dopo nuovi episodi di danni al fegato associati al consumo di integratori alimentari alla curcuma, il Ministero della Salute ha disposto che venga aggiunta una nuova avvertenza di rischio sull’etichetta di questi prodotti: «Avvertenza importante – leggeremo sui foglietti illustrativi degli integratori alimentari a base di curcuma che saranno adeguati alla nuova normativa -. In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico».
Nella circolare ministeriale, diffusa nei giorni scorsi dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, è stato specificato che non potranno più essere indicati particolari effetti fisiologici finora esplicitamente attribuiti alla sostanza. «Inoltre – si legge nel documento – gli operatori del settore alimentare sono tenuti a conformare l’etichetta degli integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp entro e non oltre il 31 dicembre 2022».
Il documento, così come scritto nella circolare, è stato diramato «a seguito delle valutazioni condotte su casi di epatotossicità conseguenti all’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, nuovamente registrati dopo i precedenti del 2019. Analisi dopo le quali si conferma, come già concluso nel 2019 – si legge ancora nel documento – che le cause sono verosimilmente da ricondurre a reazioni di natura idiosincrasica. Tuttavia, il gruppo interdisciplinare di esperti appositamente istituito, alla luce del persistere di casi di epatotossicità, ha ritenuto necessario ampliare l’avvertenza specifica inserita nel 2019 per gli integratori contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp a tutela dei consumatori. Inoltre, lo stesso gruppo, dopo un’approfondita revisione della letteratura scientifica, ha concluso che non ci sono evidenze scientifiche a supporto degli effetti fisiologici attribuiti alla Curcuma longa nelle linee guida ministeriali».
Nella circolare si coglie anche l’occasione per ribadire la responsabilità degli operatori del settore alimentare (Osa) che notificano ed immettono in commercio un integratore alimentare di «garantire la conformità degli stessi alla normativa alimentare e la loro sicurezza», come ad esempio l’eventuale esistenza di effetti non favorevoli dovuti all’impiego contemporaneo di estratti e preparati ottenuti da piante diverse. Infine «è obbligo degli Osa – si legge ancora nella circolare – verificare che gli ingredienti impiegati non siano novel food ex regolamento (Ue) 2015/2283, acquisendo tutta la documentazione necessaria a comprovarlo, e mettendola a disposizione dell’autorità competente ai controlli, qualora richiesto».
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