Salute 14 Maggio 2020 15:26

Audizioni in Parlamento, gli esperti fanno il punto sull’evoluzione dell’epidemia, la sieroprevalenza, la terapia al plasma e i vaccini

Miozzo (Cts): «Ecco cosa ha fatto il Comitato tecnico-scientifico». Ippolito (Spallanzani): «Indagine di sieroprevalenza su 150mila italia fotograferà situazione». De Donno (Poma): «Non capisco accanimento contro l’utilizzo del plasma iperimmune». Scaccabarozzi (Farmindustria): «Sono 110 i vaccini candidati nel mondo, speriamo che qualcuno arrivi in fondo»

di Giovanni Cedrone e Gloria Frezza
Audizioni in Parlamento, gli esperti fanno il punto sull’evoluzione dell’epidemia, la sieroprevalenza, la terapia al plasma e i vaccini

72 riunioni, tre incontri con il Consiglio dei Ministri, interlocuzioni con 15 Ministri e 351 pareri su materiali tecnici e di consumo. Questi i numeri delle attività condotte in questi mesi dal Comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione civile, illustrati questa mattina dal coordinatore Agostino Miozzo nel corso di un’audizione informale dinanzi alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.

«Finora l’epidemia ha seguito un’evoluzione classica – ha aggiunto –, controlliamo costantemente l’indice R=0 per comprendere quando le attività possono ricominciare e quanto si deve essere prudenti nel ritornare alla vita normale».

Sulle diverse richieste ricevute dai Ministri per le singole riaperture, Miozzo ha parlato di composizione eterogenea dei membri proprio per rispondere a questa evenienza. «I nostri pareri sono stati spesso discordanti e hanno trovato un punto comune dopo significative discussioni. Non è stato facile passare dalla balneazione, agli esami di maturità, all’agricoltura fino ai ristoranti e alle richieste della comunità dei mormoni». Dal 4 maggio l’occhio è puntato sull’indice di infezione, che in altri Stati è risalito se «quel rilasciamento dell’attenzione è stato troppo veloce o superficiale».

Mattinata di audizioni anche al Senato, dove la Commissione Igiene e Sanità ha ascoltato il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma, sull’indagine di sieroprevalenza che coinvolgerà 150mila persone, autorizzata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 maggio: «Si tratta di una misura urgente per dare una fotografia della situazione e cercare di capire quante persone sono state infettate. Il modello scelto dal governo si usa per la prima volta su larga scala in tempi recenti, ma è stato adottato in precedenza sui neonati per stimare la prevalenza di donne con infezione da Hiv».

LEGGI ANCHE: LA SPAGNA RIPARTE IN QUATTRO FASI E ABBANDONA I TEST SIEROLOGICI. LA TESTIMONIANZA DI ALESSANDRO, MEDICO RADIOLOGO A BARCELLONA

Un modo per capire, ha aggiunto l’esperto, se la direzione delle misure adottate dal governo è quella giusta e attuabile, ora che i test sono finalmente disponibili su larga scala. Le prime previsioni arrivano con cadenza settimanale dall’Imperial College di Londra: «In Italia sarebbe il 4,65% della popolazione totale – ha fatto presente Ippolito in audizione – il che significa che solo 2 milioni e 800mila italiani hanno avuto un contatto con il virus. Contrariamente a quello che si pensa, l’Italia ha meno persone infette rispetto al Belgio, che ha in assoluto la quota più elevata, al Regno Unito e alla Svezia». Una prova dell’effettiva utilità delle misure applicate finora.

«Fare 150mila campioni nel Paese in tre settimane è un grande investimento – ha ribadito poi lo scienziato –. Si è scelto di non fare test rapidi, ma di usare sierologia vera perché si possano rilevare valori di sensibilità e specificità elevati, ma ci aspettiamo comunque falsi positivi e tutti andranno ricontrollati con i tamponi».

Tutte le regioni hanno accettato di partecipare e si sono offerte di integrare i dati con indagini sierologiche regionali. La fotografia che ne verrà fuori sarà molto precisa e darà risultati diversi di penetrazione del virus per regione. «Le modalità di conservazione prevedono che la Banca centralizzata, costituita per l’emergenza Sars dalla Protezione Civile, sia solo gestore e contenitore del materiale, l’unico titolare è il Ministero della Salute che con l’Istat ha i dati – fa presente Ippolito -. Le malattie infettive sono il massimo esempio del valore pubblico etico e sociale di uno Stato – ha concluso – e per questo c’è bisogno di una catena di comando nazionale e di un’unità di intenti globale».

Le audizioni si sono quindi spostate sul tema della terapia al plasma: «La cosa che mi meraviglia è questo iniziale accanimento contro l’utilizzo del plasma iperimmune da parte di molti scienziati, che hanno detto delle baggianate tra le più grandi che uno scienziato possa mai sentire», ha detto Giuseppe De Donno, Direttore della struttura complessa di Pneumologia e unità di terapia intensiva respiratoria dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, difendendo in modo appassionato la terapia al plasma iperimmune contro il Covid-19.

LEGGI ANCHE: COVID-19 E TERAPIA AL PLASMA, FACCIAMO CHIAREZZA CON IL PRESIDENTE DEL POLICLINICO SAN MATTEO: «TUTTI GUARITI I PAZIENTI TRATTATI A PAVIA E MANTOVA»

«Il protocollo terapeutico che abbiamo scritto insieme all’Università di Pavia ha cambiato l’atteggiamento terapeutico» sottolinea De Donno, che ha ripercorso i momenti drammatici in cui è nata l’idea. «A febbraio Mantova è stata colpita da uno tsunami. Avevamo centinaia di pazienti che giungevano in Pronto soccorso. A fine febbraio la direzione sanitaria mi ha chiamato una notte per dare una mano. Nessuno dimenticherà mai lo spettacolo a cui abbiamo assistito. Siamo dei professionisti cambiati e non terneremo più quelli di prima».

I dati esposti da De Donno sono incoraggianti: «È stata ottenuta una riduzione della mortalità – spiega De Donno -. Abbiamo usato il plasma iperimmune di paziente convalescenti in pazienti gravi con sindrome respiratoria acuta di primo e secondo livello, quindi pazienti che necessitavano di respirazione assistita. Su 48 pazienti, 46 sono guariti. Nella casistica mantovana sono guariti tutti. Con questi pazienti ho avviato un follow up e anche qui non ci sono stati casi di recrudescenza».

Poi si difende dalle accuse mosse da altri scienziati: «È stato detto che non abbiamo usato uno studio randomizzato: ma è ovvio, è il primo studio al mondo e noi siamo stati capofila. A disegnare uno studio ci vogliono settimane. Ma in guerra non c’è tempo. Serviva un’arma rapida ed efficace».

Fondamentali per De Donno le banche del plasma: «Adesso ogni regione si sta adoperando per utilizzare il plasma. È stato detto che il plasma è costoso ma viene donato gratuitamente con grande generosità. Ora bisogna creare delle banche del plasma come ha fatto Zaia in Veneto e farà la Lombardia, ma deve aiutarci la politica».

Infine la polemica sulla scelta di Pisa come centro capofila per la sperimentazione della plasmaterapia: «Perché Pisa non lo so. Sono sconcertato da questa decisione. Il presidente della Toscana Rossi ha minacciato di querelarmi. Secondo me qualsiasi città lombarda andava bene, data la maggiore incidenza del virus in questa regione. Bisognava affidarsi a chi ha esperienza, e toccava a Pavia condurre questa sperimentazione, perché loro ne sono i padri».

LEGGI ANCHE: STORIE DI SPERANZA: GABRIELLA, MALATA DI LEUCEMIA, SCONFIGGE IL COVID GRAZIE ALLA TERAPIA AL PLASMA

Paolo Marcucci, presidente e amministratore delegato di Kedrion Biopharma, ha invece parlato delle implicazioni in ambito farmaceutico della sperimentazione sul plasma iperimmune dato che la sua azienda, la Kedrion, ha firmato una intesa con l’israeliana Kamada per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un’immunoglobulina policlonale umana (IgG) plasma-derivata anti-Sars-Cov-2. L’attività si intreccia con la sperimentazione italiana in corso a Pisa. «I ricercatori stanno avviando una collaborazione con Avis per campagne di arruolamento di donatori anti Covid-19 per costituire scorte di plasma iperimmune» sottolinea Marcucci. «Il piano di contrasto si identifica in tre elementi: l’industria ha fornito i kit necessari per l’inattivazione virale in base al regolamento emesso dal Centro nazionale sangue per limitare il rischio di contaminazione da altri patogeni. L’azienda accompagna tutte le sperimentazioni in corso sul plasma iperimmune, a cominciare dal San Matteo di Pavia e a seguire dallo studio ‘Tsunami’ identificato come studio nazionale che vede come capofila l’Università di Pisa. Gli esiti si preannunciano molto promettenti. Nel Paese – secondo Marcucci – ci sono quantitativi per ottenere dei lotti industriali sufficienti per i prossimi 4 anni».

Davanti ai senatori della Commissione Sanità ha parlato anche il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che ha fatto il punto sulle sperimentazioni: «Sono 110 i vaccini candidati nel mondo, di cui 7 sono già in fase 1 o 2 – ha spiegato -. Non tutti e 100 arriveranno a buon fine, ma su 110 speriamo che qualcuno arrivi in fondo».

Discorso analogo per i farmaci: se è vero che ad oggi non esistono medicine specifiche autorizzate per curare il Covid-19, sono 29 però le sperimentazioni in corso. Sperimentazioni «che consentono uso di antivirali, antinfiammatori, anticorpi monoclonali» ha ricordato il presidente di Farmindustria, che ha aggiunto: «Aifa sta valutando 114 domande di autorizzazioni che avranno un riscontro in tempi brevi. Inoltre ha autorizzato 4 programmi di uso compassionevole e anche un protocollo per uso di plasma ottenuto da pazienti guariti da Covid-19». L’importante, per Scaccabarozzi, è che «ci siano evidenze scientifiche solide e protocolli validati centralmente che garantiscano unicità, uniformità e ripetitività del dato».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...