La sorveglianza post-vaccinazione è fondamentale per individuare tempestivamente eventuali focolai di influenza aviaria o anche per attestare l’assenza della malattia, consentendo lo spostamente sicuro dei volatili. È questo l’esito principale di un nuovo parere scientifico dell’EFSA nel quale vengono valutate anche possibili opzioni di riduzione del rischio a seguito della vaccinazione sia di emergenza che preventiva. Soddisfatto il commento di Nicola Decaro, direttore del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli di studi di Bari
La vaccinazione e un’attenta attività di sorveglianza sono strategie fondamentali per poter individuare tempestivamente eventuali focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli e attestare l’assenza della malattia, consentendo lo spostamento degli animali. Questa, in estrema sintesi, è la conclusione a cui è giunta l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in un parere scientifico pubblicato questa mattina. “La vaccinazione è uno strumento importante nella lotta contro l’influenza aviaria ed è raccomandata nell’ambito di un approccio integrato al controllo della malattia”, sottolinea il responsabile dell’unità Rischi biologici e salute e benessere degli animali dell’EFSA, Frank Verdonck.
“Tuttavia è necessario seguire uno schema di sorveglianza strategica e mettere in atto misure per ridurre il rischio di trasmissione del virus”, precisa Verdonck. “Il mantenimento di un elevato livello di biosicurezza rimane essenziale, anche quando si ricorre alla vaccinazione”, aggiunge. Gli esperti Efsa hanno esaminato le diverse strategie di sorveglianza, indicando per ogni scenario e specie di pollame (gallina ovaiola, tacchino, anatra) il numero di animali da sottoporre ad analisi, i test da eseguire e la periodicità con cui farlo. “Sensibilizzare le responsabilità degli allevamenti e gli operatori del settore può contribuire a garantire che qualsiasi cambiamento nella produzione di pollame o un eventuale aumento della mortalità siano prontamente segnalati e affrontati”, conclude Verdonck.
In un precedente parere, pubblicato nell’ottobre 2023, l’EFSA aveva già fornito consulenza scientifica sui vaccini contro l’influenza aviaria disponibili per il pollame e i relativi programmi vaccinali. Il parere attuale contribuirà ora all’assunzione da parte dei “gestori del rischio “a livello nazionale ed europeo di misure adeguate e strategie efficaci di sorveglianza da attuare nelle zone sottoposte a vaccinazione e negli allevamenti, sia per individuare precocemente focolai sia per attestarne l’assenza.
“Il parere dell’EFSA giunge in un momento estremamente importante per quanto riguarda l’epidemiologia dell’influenza aviaria ad elevata patogenicità causata da virus del sottotipo H5″, commenta Nicola Decaro (nella foto), Direttore del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli di studi di Bari. “Questi virus riconoscono ormai un’elevata circolazione sia nei volatili selvatici che in quelli di allevamento ed uno spettro d’ospite sempre più ampio, caratterizzato da una vasta gamma di mammiferi, soprattutto carnivori. La recente segnalazione di focolai di infezione da virus H5N1 in alcuni allevamenti bovini degli Stati Uniti d’America e, soprattutto, la dimostrazione del passaggio del virus dai bovini all’uomo – continua – rappresentano ulteriori elementi di preoccupazione, testimoniando i progressivi ripetuti tentativi che questi virus stanno effettuando per adattarsi ai mammiferi tra cui anche l’uomo. Benvenga quindi una strategia integrata di vaccinazione e sorveglianza, sia per ridurre la circolazione attiva di questi virus sia per ottenere una early detection negli allevamenti avicoli”.
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