Le autorità statunitensi hanno autorizzato la vaccinazione del condor della California (Gymnogyps californianus), gravemente minacciato, contro il virus dell’aviaria che si sta diffondendo a livello globale. È la prima volta che gli Stati Uniti approvano la somministrazione di un vaccino su un uccello con lo scopo di arginare la diffusione di questa influenza aviaria ad alta patogenicità
Le autorità statunitensi hanno autorizzato la vaccinazione del condor della California (Gymnogyps californianus), gravemente minacciato, contro il virus dell’aviaria che si sta diffondendo a livello globale. È la prima volta che gli Stati Uniti approvano la somministrazione di un vaccino su un uccello con lo scopo di arginare la diffusione di questa influenza aviaria ad alta patogenicità. L’autorizzazione arriva mentre il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, si sta diffondendo in maniera importante, senza precedenti, uccidendo centinaia di milioni di uccelli, oltre a molti mammiferi, in tutto il mondo.
Alcuni paesi vaccinano già i volatili contro l’influenza aviaria. La gravità dell’epidemia sta spingendo anche le nazioni che inizialmente hanno esitato, tra cui gli Stati Uniti. «Questa autorizzazione ci offre l’opportunità di aggiungere un altro strumento per affrontare questa minaccia», ha affermato su Nature Ashleigh Blackford dello US Fish and Wildlife Service (FWS) di Washington. Il ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicitò (HPAI) che si sta diffondendo ha infettato per la prima volta gli uccelli in Cina nel 1996 e da allora ha causato focolai sporadici che di solito si manifestano in autunno e si esauriscono nella primavera successiva. Ma dalla fine del 2021, i focolai hanno continuato per tutta l’estate in un numero record di specie di uccelli, insieme a mammiferi come procioni, volpi e foche.
«L’H5N1 ha già ucciso gli uccelli in passato, ma mai nella misura che stiamo vedendo ora in Nord America e in Europa», ha detto Samantha Gibbs, veterinario del FWS, specializzata in influenza aviaria. Dall’ottobre 2021, più di 70 paesi in cinque continenti hanno segnalato focolai. Il 22 maggio il Brasile, il più grande esportatore di pollame al mondo, è diventato l’ottavo paese sudamericano a dichiarare l’emergenza, in risposta al primo rilevamento di HPAI negli uccelli selvatici. L’H5N1 può infettare le persone, ma i casi sugli esseri umani sono rari e in genere riguardano il contatto ravvicinato con il pollame infetto. Finora non si sono verificati casi documentati di trasmissione da uomo a uomo di questo ceppo del virus, ma i ricercatori temono che, con maggiori opportunità di infettare i mammiferi, il virus possa poi adattarsi e iniziare a diffondersi tra le persone.
L’alto tasso di mortalità dell’attuale ceppo di H5N1 nel condor della California, il più grande uccello del Nord America, ha costretto i funzionari sanitari ad agire attivamente. La specie ha sfiorato l’estinzione nel 1987: all’epoca erano rimasti solo 27 condor selvatici. Oggi gli uccelli rimangono una delle specie aviarie più rare al mondo: l’anno scorso si contavano 537 condor, il 63% dei quali viveva in natura. Finora, quest’anno, i funzionari hanno trovato 21 condor morti, 15 dei quali sono risultati positivi al ceppo HPAI. «Una campagna di vaccinazione è fondamentale per fermare la diffusione del virus e evitare l’estinzione della specie», ha concluso Blackford.
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