Salute 15 Maggio 2024 18:20

Aviaria: trovati uccelli infetti a New York. Dimostrata diffusione anche urbana

Un piccolo numero di uccelli selvatici della città di New York è risultato positivo all’influenza aviaria H5N1 altamente patogena. A lanciare l’allarme un recente studio pubblicato sul Journal of Virology

Aviaria: trovati uccelli infetti a New York. Dimostrata diffusione anche urbana

Un piccolo numero di uccelli selvatici della città di New York è risultato positivo all’influenza aviaria H5N1 altamente patogena. A lanciare l’allarme un recente studio nato da un programma di monitoraggio degli uccelli selvatici, frutto della collaborazione tra BioBus, la Icahn School of Medicine at Mount Sinai e il Wild Bird Fund, pubblicato sul Journal of Virology, una rivista dell’American Society for Microbiology. Il lavoro evidenzia che l’interfaccia tra animali ed esseri umani, che può dare origine a infezioni zoonotiche o addirittura a pandemie, non è limitata agli ambienti rurali e alle operazioni commerciali di pollame, ma si estende ai centri urbani.

Il primo studio sulla diffusione dell’aviaria in un’area urbana

“A mia conoscenza, questo è il primo studio su larga scala dell’influenza aviaria in un’area urbana, e il primo con un coinvolgimento attivo della comunità”, commenta Christine Marizzi, ricercatrice principale del programma New York City Virus Hunters e direttrice del BioBus per le scienze della comunità, Harlem, New York City. “Gli uccelli sono fondamentali per scoprire quali virus influenzali e altri virus aviari circolano nell’area di New York e per capire quali possono essere pericolosi per gli altri uccelli e per gli esseri umani. Abbiamo bisogno – aggiunge – di più occhi sul territorio: ecco perché il coinvolgimento della comunità è davvero fondamentale”.

Nel monitoraggio è stata coinvolta anche la comunità

Attraverso il programma, gli studenti delle scuole superiori locali partecipano alle attività di ricerca e comunicazione, come stagisti retribuiti sotto la guida di esperti. Indossando un’adeguata attrezzatura protettiva, gli studenti raccolgono campioni fecali di uccelli nei parchi urbani e negli spazi verdi. Altri campioni di uccelli selvatici urbani vengono inviati ai ricercatori da centri di riabilitazione di animali locali, come il Wild Bird Fund e l’Animal Care Centers of New York. Gli studenti, inoltre, forniscono il loro supporto nell’esaminare tutti i campioni nel laboratorio Krammer della Icahn School of Medicine del Mount Sinai alla ricerca di virus. Nello studio, il NYCVH ha raccolto e analizzato 1927 campioni, tra  gennaio 2022 e novembre 2023, rilevando H5N1 in 6 uccelli di città, che rappresentano 4 specie diverse. Tutti i campioni positivi provenivano dai centri di riabilitazione della fauna selvatica urbana, sottolineando l’importanza che tali centri possono svolgere nella sorveglianza virale.

Non siamo all’inizio di una pandemia

Confrontando la composizione genetica dei campioni tra loro e con altri virus H5N1 disponibili in un database pubblico, i ricercatori hanno scoperto che questi erano leggermente diversi e appartenevano a due genotipi differenti, che sono entrambi una combinazione di virus eurasiatico H5N1 2.3.4.4.b clade e virus locali dell’influenza aviaria nordamericana. New York City è un luogo di sosta popolare per gli uccelli selvatici in migrazione durante i loro viaggi. “È importante sottolineare che il fatto di aver trovato l’H5N1 negli uccelli di città non significa l’inizio di una pandemia di influenza umana”, precisa Marizzi. “Sappiamo che l’H5N1 è presente a New York City da circa 2 anni e non sono stati segnalati casi umani”, aggiunge Marizzi.

Importante diffondere la consapevolezza dei rischi in città

I ricercatori sottolineano l’importanza di diffondere la consapevolezza che H5N1 si trova anche negli uccelli che popolano la città, fornendo informazioni su ciò che le persone possono fare per proteggersi. “È bene stare all’erta e stare lontani dalla fauna selvatica”, suggerisce Marizzi. “Questo include anche evitare che i vostri animali domestici entrino in stretto contatto con la fauna selvatica”, specifica Marizzi. “Se si devono maneggiare animali selvatici – conclude Marizzi – è importante utilizzare sempre pratiche sicure nel caso di uccelli malati o feriti o altri animali”.

 

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