Chi sono i bugiardi, quali sono le cause delle loro menzogne e come mettersi al riparo dalle bugie? In un’intervista a Sanità Informazione risponde Francesca Andronico, psicologa e psicoterapeuta
Prima pilota, poi agente segreto, ancora pediatra, avvocato. Così Leonardo di Caprio, nei panni di Frank Jr. protagonista del film “Prova a prendermi”, mente di continuo sulla sua identità, per sfuggire all’FBI o per conquistare la mano della donna di cui, di volta in volta, s’innamora.
«Il personaggio interpretato da Di Caprio nel celebre film del 2002 è lo stereotipo del bugiardo cronico», spiega Francesca Andronico, psicologa, psicoterapeuta, scrittrice e coordinatrice del network territoriale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.
Ma non tutte le bugie sono uguali. «C’è chi mente per preservare la sua immagine ai propri occhi e, soprattutto, a quelli degli altri. Chi, invece, utilizza la menzogna per ottenere dei vantaggi all’interno di una relazione. Nel primo caso – sottolinea la psicoterapeuta – si tratta di bugie cosiddette bianche, nel secondo di bugie manipolatorie».
Se questi atteggiamenti non sono sporadici allora è molto probabile che si tratti di un bugiardo cronico: «È così definito l’atteggiamento di quell’individuo che non limita il mentire ad un unico contesto della sua vita, ma utilizza questa modalità relazionale per stare al mondo, ovvero ovunque si trovi in contatto con l’altro, che sia il partner, un familiare, un amico, un collega di lavoro o un perfetto sconosciuto».
Essere bugiardi cronici non significa necessariamente avere un atteggiamento patologico. «La bugia – spiega Andronico – può essere definita patologica quando impedisce ad un individuo di conoscere se stesso. In altre parole, un bugiardo è patologico quando non si limita a mentire agli altri, ma mente di continuo anche a se stesso».
È possibile che un bugiardo non sappia di esserlo? «Se interpretiamo la bugia come meccanismo di difesa per preservare la propria immagine – risponde l’esperta – è molto probabile che alcune bugie potranno essere del tutto inconsapevoli ed altre sotto il pieno controllo del mentitore. Se, invece, la bugia è utilizzata come modalità relazionale per ottenere dei vantaggi, quasi sicuramente, avremmo di fronte una persona capace di mentire in maniera lucida e finalizzata».
Non sono poche le persone che avrebbero voluto avere, più di una volta nella vita, una macchina della verità tra le mani, in grado di misurare l’affidabilità di una persona. «Esistono degli indicatori fisiologici, come la dilatazione pupillare e alterazione del battito cardiaco, che rappresentano una modalità piuttosto affidabile per distinguere una persona sincera da un bugiardo. Ma non sempre sono attendibili, tanto che anche la macchina della verità, che si basa sui medesimi parametri, può produrre dei falsi positivi. Accanto a questi segni ci sono, poi, dei segnali non verbali, come l’essere evasivo, l’abbassare lo sguardo, il toccarsi i capelli. Ma anche questi – specifica la psicologa – possono essere equivocabili».
Il rapporto tra genitori e figli è sempre molto complesso, poiché si tratta di una relazione asimmetrica. «Il genitore dispensa amore e soddisfa le esigenze del bambino ma, contemporaneamente, ha anche il compito di svolgere una funzione normativa, di imporre delle regole. Il bambino può quindi mentire – dice Andronico – per disobbedire o per ricercare una forma di autodeterminazione. Ne consegue, che l’ importante non è capire se un figlio mente, quanto scoprire piuttosto gli argomenti delle sue menzogne. Ci sono delle regole concordate in famiglia e queste non vanno infrante. Al contrario, invece, può essere del tutto normale che un adolescente utilizzi una bugia per conquistare uno spazio privato per il proprio sé, per la propria autonomia. Finché non si raggiungerà una maturità tale che permetta al giovane di esternare i propri bisogni e pensieri, senza la paura di compromettere la relazione con il proprio genitore, è probabile che continuerà a ricorrere alla bugia per gestire questo rapporto».
Restare lucidi e aver ben chiare le idee sui propri bisogni sono i principali presupposti per difendersi da un bugiardo: «Cambiare le abitudini di una persona che mente di consueto è un’impresa quasi impossibile – dice la psicoterapeuta -. Per questo, soprattutto quando si è coinvolti a livello affettivo o sentimentale è bene essere in grado di distinguere l’utilizzo della bugia in modalità fraudolenta, da una modalità di relazione di conquista dell’altro. In una relazione è piuttosto normale avere la tendenza a non voler vedere alcuni aspetti negativi dell’altro e metterli da parte può essere un atteggiamento naturale. Ma attenzione – conclude -, non dimenticare mai di mettere un limite tra le richieste dell’altro e i propri bisogni».
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