Al Convegno Big Data in Health 2019 in corso al Cnr di Roma protagonista anche il mondo della medicina. Il Segretario della Federazione degli ordini dei medici sottolinea: «L’Italia è grande e non sono partite dappertutto le innovazioni tecnologiche strutturali»
Analizzare i big data in ambito sanitario con la partecipazione dei cittadini per migliorare la salute e la sanità italiana. È questo uno degli obiettivi della conferenza Big Data in Health 2019 – di cui Sanità Informazione è media partner – l’occasione di confronto per istituzioni e aziende per discutere sulle potenzialità dei data health.
QUI I SALUTI DEL MINISTRO SERGIO COSTA IN APERTURA DELLA CONFERENZA BIG DATA HEALTH 2019
Il fascicolo sanitario elettronico, la cartella clinica informatizzata e il registro nazionale tumori sono innovazioni tecnologiche che però non sono state ancora adottate in modo omogeneo in tutt’Italia. «Questo è il limite – spiega il segretario Fnomceo Roberto Monaco – noi siamo convinti che i big data sono un supporto fondamentale, ma che non deve mai sostituire il professionista medico. Il problema è che l’Italia è grande e non sono partite dappertutto tutte le innovazioni tecnologiche strutturali. Ad esempio, la cartella clinica informatizzata è un ottimo strumento di cura che viaggia insieme al paziente e permette di rispondere a ogni suo desiderio di cura. Anche il fascicolo sanitario elettronico è importante. Manca ancora qualcosa: non tutte le città e i paesi italiani hanno la possibilità di connettersi facilmente e inserire i dati con immediatezza. Bisogna dare gli strumenti ai medici, non orpelli burocratici ma elementi di supporto perché deve essere il referente del cittadino, colui che tutela la sua salute».
«Noi siamo il primo pezzo del SSN pubblico che di fatto si è informatizzato in modo omogeneo oltre vent’anni fa – puntualizza Nicola Calabrese (Fimmg); i dati dei nostri pazienti ora non sono più solo all’interno dei nostri gestionali ma sono a disposizione, in tempo reale, dei sistemi regionali e nazionali di analisi per il controllo e il monitoraggio della spesa».
Nella tre giorni al Consiglio Nazionale delle ricerche di Roma si parlerà anche di ambiente e stili di vita. A Roma c’è un problema rifiuti molto complesso e alcune zone d’Italia sono fortemente inquinate. In generale, aumentano i cittadini e le associazioni che hanno presentato istanze legali per risarcimento del danno a tutela della propria salute.
«L’OMCeO Roma sta lavorando su questo – specifica Monaco – il problema dell’ambiente non è solo romano è una problematica mondiale, noi dobbiamo rispettare il mondo in cui viviamo. Abbiamo inserito nel nostro codice deontologico l’interesse nei confronti dell’ambiente, così porteremo il nostro contributo affinché sia sempre più vivibile» conclude.
Sono diverse le infrazioni che la Commissione europea ha contestato all’Italia, molte riguardano questioni ambientali: dall’Ilva di Taranto alla Terra dei fuochi, passando per smog e rifiuti. «Il tema dell’ambiente è molto attuale, rispetto alla sensibilità del cittadino – spiega Calabrese ai nostri microfoni – noi siamo in prima linea dove esistono problemi di questo tipo. La nostra realtà ci porta ad affrontare questioni e tematiche ambientali in relazione ad altri contesti di sanità e salute: le comorbilità, la gestione delle patologie croniche e l’impatto che hanno sulla storia delle malattie di nostri pazienti. Per questo il nostro contributo all’analisi e alla ricerca dei big data-ambiente e dei big data-salute sia fondamentale» conclude Calabrese.