Attraverso l’utilizzo di algoritmi predittivi, il sistema creato da Innovery e i suoi partner punta a elaborare modelli che avranno un duplice scopo: tutelare la salute delle partorienti e dei nascituri favorendo l’efficientamento del percorso di cure e supportare il processo di digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale
Big data per ridurre il numero dei parti cesarei. La tecnologia entra a pieno titolo nel mondo della Sanità campana e lo fa con un progetto unico e innovativo che permetterà di limitare la pratica del parto cesareo, un fenomeno che in tutte le regioni d’Italia rappresenta un problema per la salute delle pazienti, del neonato, e per il Sistema Sanitario Nazionale. Quando non clinicamente necessario, infatti, comporta rischi di breve e lungo periodo per la salute della donna e del bambino, oltre ad un incremento di costi diretti ed indiretti per la Sanità italiana di circa il 36% rispetto a quello naturale, dovuti alla remunerazione dell’equipe, alla somministrazione di farmaci e materiali necessari all’ intervento chirurgico e ai costi di degenza). E se i costi nelle strutture private che vanno dai 1500 ai 6000 euro sono a carico dei pazienti, nelle strutture pubbliche sono a carico dello Stato. Si tratta di un tema di dimensioni europee con radici in un trend globale che ha avuto nell’ultimo decennio un incremento significativo fino ad arrivare nel 2019 a oltre 160 mila tagli cesarei non necessari con un surplus di costo associato pari a 156 milioni di euro.
Se l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare il 15% dei parti cesarei per ogni Regione, in Campania si raggiunge la percentuale del 59,5%. Non è un caso dunque che proprio Regione Campania, al primo posto per la pratica dei cesarei, abbia finanziato il progetto denominato Training, Reorganizing, Evaluating, Enabling for Natural Birth (TREE4NB), di cui è capofila Innovery Spa, azienda leader dell’ecosistema ICT e specializzata nell’analisi ed elaborazione di Big Data. Grazie alla collaborazione con il CIRPA (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in diritto, economia e management della Pubblica Amministrazione) ed il DIPMED (Dipartimento di Medicina e Chirurgia) coordinati dalla Prof. Paola Adinolfi dell’Università degli Studi di Salerno, Innovery ha ottenuto un finanziamento attraverso i Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) della Regione Campania e si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre il numero di parti con taglio cesareo clinicamente non necessari attraverso l’utilizzo di Big Data Analytics, intelligenza artificiale e mobile app.
In che modo? Con una piattaforma digitale di acquisizione, archiviazione e processamento di dati relativi ad una pluralità eterogenea di variabili cliniche ed extra-cliniche su pazienti, operatori sanitari e struttura assistenziale. Dall’insieme di queste informazioni, attraverso l’utilizzo di algoritmi predittivi, il sistema creato da Innovery e i suoi partner punta a elaborare modelli che avranno un duplice scopo: tutelare la salute delle partorienti e dei nascituri favorendo l’efficientamento del percorso di cure e supportare il processo di digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale. Nel raggiungimento di questi obiettivi, saranno inoltre sviluppate soluzioni tecnologicamente avanzate di data privacy e data security a tutela della natura ultrasensibile delle informazioni processate in piattaforma grazie alle risorse e le competenze di Innovery nel comparto della cybersecurity. «Siamo lieti di essere i capifila di un progetto così ambizioso e innovativo per la Regione, avviato grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno. – spiega Gianvittorio Abate, A.D. di Innovery Spa – Per la sua realizzazione abbiamo utilizzato una combinazione di piattaforme digitali, facendo leva sul nostro consolidato expertise nel campo dei Big Data Analytics on cloud, e nel settore dei data security; tecnologie che Innovery sa creare e utilizzare grazie al know-how dei suoi dipendenti e che possono avere un’infinità di applicazioni, non solo in campo sanitario».