Secondo lo studio italiano Chronos, grazie ad un semplice prelievo di sangue è possibile avere informazioni precise sul tumore di cui un paziente è affetto, rilevando le alterazioni che possono renderlo più sensibile o resistente alle terapie oncologiche
Una terapia giusta al momento giusto per battere il cancro sul tempo. È questa la nuova frontiera della medicina di precisione messa a punto nello studio italiano Chronos con la biopsia liquida.
Grazie ad un semplice prelievo di sangue è possibile avere informazioni precise sul tumore di cui un paziente è affetto. Lo si fa attraverso le tracce molecolari che circolano nel suo flusso sanguigno. Rilevando, ad esempio, la presenza di alterazioni del tumore che possono renderlo più sensibile o resistente alle diverse terapie oncologiche.
Lo studio è stato pubblicato a inizio agosto sulla rivista Nature Medicine. E’ coordinato dall’Istituto Candiolo IRCCS e dall’Ospedale Niguarda di Milano. In collaborazione con IFOM di Milano, Università degli studi di Torino e Università degli studi di Milano.
Si riferisce a pazienti affetti da tumore al colon-retto metastatico le cui aspettative di sopravvivenza e di miglioramento della qualità della vita dipendono dalla possibilità di rallentare la progressione della malattia con interventi terapeutici mirati. Per questo i ricercatori hanno integrato la biopsia liquida nel processo di decisione della terapia.
«Nei pazienti con tumore al colon-retto metastatico, molte delle terapie a bersaglio molecolare si basano su anticorpi monoclonali contro i ricettori di crescita EGFR – spiega il professor Alberto Bardelli dell’IRCCS Candiolo e docente presso l’Università di Torino -. A distanza di tempo, la maggior parte di questi pazienti sviluppa una resistenza al farmaco e la malattia tende a progredire. In questo caso si può riprendere la terapia anti- EGFR solo dopo che la malattia sia tornata sensibile al trattamento».
Capire qual è il momento più opportuno per agire con un secondo ciclo di terapia è la sfida che fino a poco tempo fa sembrava difficile se non impossibile. «Prima di questo studio non era possibile stabilire, se non in modo empirico, quando riprendere la cura ed era necessario calcolare l’intervallo di tempo sulla base delle statistiche. Con Chronos, per la prima volta, si sfrutta la biopsia liquida per monitorare l’andamento del tumore e guidare i tempi della terapia».
Lo studio clinico Chronos ha previsto una biopsia liquida ai pazienti affetti da tumore al colon retto metastatico per i quali era stato previsto un secondo ciclo di terapia con anti -EGFR. Le cellule tumorali circolanti sono state analizzate presso l’Istituto di Candiolo e nei casi in cui non sono state riscontrate mutazioni di resistenza, è stata avviata al terapia con panitumumab, l’anticorpo monoclonale utilizzato per il secondo ciclo. «Questo studio apre la strada a nuove sfide nell’ambito della medicina personalizzata – conclude Bardelli – e permette di escludere trattamenti sicuramente inefficaci e inutili tossicità per il paziente».
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