Esclusiva Sanità Informazione: intervista a Tonio Borg, Commissario europeo per la Salute
L’Unione europea è chiamata, attualmente, ad affrontare alcune tra le sfide più difficili degli ultimi anni. L’esigenza di adeguarsi ai passi da gigante compiuti dalla scienza e dalla tecnologia in ambito sanitario deve necessariamente trovare spazio nei “sistemi salute” di ogni Stato membro, così profondamente diversi tra loro.
Attualmente, però, queste istanze devono cedere il passo alla gestione di una vera e propria emergenza: quella scatenata dal virus Ebola. Gli incontri al vertice, alla presenza del gotha della sanità europea, sono ormai all’ordine del giorno: l’ultimo, tenutosi a Bruxelles giovedì scorso, ha dimostrato che arginare la minaccia di una pandemia richiede un dispiegamento di forze ed azioni coordinate a livello europeo; trovare la quadratura del cerchio, tuttavia, sta risultando più arduo del previsto. A tal proposito Sanità Informazione ha intervistato in esclusiva uno dei protagonisti del summit del 16 ottobre: Tonio Borg, appena eletto Commissario europeo per la Salute.
Sotto i riflettori della sanità europea sono tanti i temi da affrontare con attenzione sempre crescente.
Innanzitutto la questione Ebola, che ha ormai assunto i contorni di vera e propria emergenza internazionale, e per cercare di fronteggiarla abbiamo già stanziato 150 milioni di euro. Proteggere il nostro continente da questa epidemia è sotto la mia diretta responsabilità. Purtroppo, però, le notizie che continuano ad arrivare dall’Africa non sono rassicuranti. Questa è, nell’immediato, la questione che richiede più attenzione, ma di certo non l’unica. Penso, ad esempio, al modo in cui intervenire sul trattamento e la prevenzione delle malattie croniche e dei tumori, e su come accorciare le distanze tra i diversi sistemi sanitari dei Paesi europei.
Un altro tema importante è l’utilizzo delle nuove tecnologie in sanità…
Su questo punto ci sono due questioni principali da affrontare: la prima riguarda l’accesso all’innovazione. Siamo dotati di un’agenzia che si occupa specificamente dell’approvazione dei farmaci e che, in situazioni di emergenza, deve accelerare questo processo di approvazione, anche relativamente ai prezzi con cui i farmaci vengono immessi sul mercato. Questa è certamente una responsabilità primaria degli Stati membri.