Salute 19 Febbraio 2018 15:35

Borgomanero, l’esperimento dell’Auser: così i medici in pensione garantiscono le cure agli indigenti

Da otto anni un gruppo di specialisti cura gratis i meno abbienti e i tanti rifugiati politici presenti in zona. Ogni anno tra le 1200 e le 1500 visite. L’urologo Cavallaro, uno dei fondatori: «Siamo integrati sul territorio molto bene, collaboriamo con l’Asl, la cittadinanza ci sostiene»

Borgomanero, l’esperimento dell’Auser: così i medici in pensione garantiscono le cure agli indigenti

Borgomanero è un tranquillo paese in provincia di Novara, a due passi dal Lago Maggiore. Oggi gode di una rinnovata fama grazie a uno degli esperimenti sociali più interessanti degli ultimi anni. Merito di una associazione di volontariato, l’Auser, che in città è presieduta da Maria Bonomi, e da un gruppo di medici, quasi tutti in pensione, che hanno deciso di mettere a disposizione la loro professionalità per una nobile causa.

«L’idea è nata otto anni fa in piena crisi economica – spiega a Sanità Informazione Sergio Cavallaro, urologo e direttore sanitario dell’ambulatorio Auser – con alcuni medici in pensione abbiamo deciso di creare questo ambulatorio per sostenere le persone più indigenti, quelle che non ce la facevano a pagare il ticket, non solo quelle che avevano difficoltà economiche. Poi dato che la nostra è una zona dove ci sono molti rifugiati richiedenti asilo ho unito le cose e ci siamo dedicati a queste persone. All’inizio ho chiamato alcuni miei amici, poi altri sono venuti spontaneamente richiamati dal nostro obiettivo».

Sono 23 gli specialisti volontari che lavorano nell’ambulatorio Auser: dalla chirurgia all’urologia, dalla ginecologia alla pediatria, oltre a una decina di odontoiatri. Tra loro l’ortopedico Piero Frediani, il radiologo Carmelo Cavallaro, il dermatologo Giorgio Leigheb. I pazienti visitati vanno dai 1300 ai 1500 all’anno. Oltre alle visite specialistiche vengono effettuati esami ematici di laboratorio, elettrocardiogrammi, esami Holter, ecografie ed ecodoppler, tutto in maniera assolutamente gratuita. Gli assistiti sono essenzialmente rifugiati, senzatetto, anziani e persone bisognose in senso lato. All’ambulatorio vengono indirizzati dal medico di famiglia, molti sono anziani assistiti dall’Auser. Tra i pazienti anche persone che possono pagare la visita: ricevono assistenza medica in cambio di un contributo. L’effetto è multiplo: si aiutano le persone in difficoltà, si alleggeriscono le liste d’attesa del servizio sanitario pubblico e si conferisce una funzione sociale importante ai camici bianchi in pensione.

«All’inizio abbiamo dovuto faticare parecchio – racconta Cavallaro – abbiamo dovuto vincere molte resistenze da parte dei medici di famiglia, degli specialisti. Come si può immaginare non è stato facile. Però adesso siamo integrati sul territorio molto bene, collaboriamo con l’Asl e con i medici di famiglia, la cittadinanza ci sostiene. Una signora oltre a dare un contributo ci ha regalato un elettrocardiografo».

La struttura, integrata nelle altre attività dell’Auser, dal trasporto ammalati alla gestione del centro anziani del comune di Borgomanero, si regge su contributi volontari e sul sostegno della stessa Auser. L’iniziativa è destinata a fare scuola. «Siamo in contatto con diverse parti d’Italia – conclude Cavallaro – A Vercelli la settimana prossima verrà inaugurato un ambulatorio come il nostro al quale noi abbiamo collaborato offrendo un contributo di idee».

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