Ventilatori e condizionatori: consigli per l’uso. Alfaro (pediatra): «I ventilatori meccanici accelerano il movimento dell’aria, ma non ne abbassano la temperatura. Per questo, se si superano i 32°C l’uso è sconsigliato. Sì al condizionatore, ma senza esagerare con le temperature a ribasso: non oltre 3 gradi in meno dell’esterno»
Un’ondata di caldo africano sta per arrivare in Italia. Da venerdì, la colonnina di mercurio comincerà a salire fino a superare, nella giornata di domenica, la soglia dei 40 gradi in gran parte d’Italia, con picchi anche di 44-45° in Sardegna. «Le prime giornate di caldo sono sempre quelle più pericolose – spiega Carlo Alfaro, pediatra, consigliere della SIMA, la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, in un’intervista a Sanità Informazione – perché l’organismo non si è ancora adattato alle alte temperature e ne patisce maggiormente le conseguenze. Di solito, sono necessari almeno dai sette ai 10 giorni affinché il corpo umano possa adattarsi adeguatamente».
Massima attenzione ai neonati più sensibili al caldo rispetto ai bambini più grandi e incapaci di manifestare chiaramente il loro disagio: «In genere, è attraverso il pianto o l’eccessiva sonnolenza che i neonati tentano di comunicare una sofferenza da caldo, così come molti altri fastidi o malesseri. Per questo, risulta più difficile comprendere le loro reali esigenze, rispetto a quelle di un bambino in grado di comunicare più apertamente», sottolinea il pediatra. Sì alle passeggiate con in neonati ma solo al mattino molto presto e al tramonto. Attenzione soprattutto alle giornate in cui viene segnalata un’ondata termica elevata (come quella prevista per il weekend tra il 7 e il 9 luglio) – avverte il pediatra -: l’esposizione all’aria aperta del piccolo sarà fortemente sconsigliata tra le 11 e le 18». Tuttavia, pur uscendo nelle prime ore della giornata o nel tardo pomeriggio, sarà meglio adottare alcuni accorgimenti. «Consiglio di mettere un ombrellino sopra il passeggino – dice Alfaro -. Meglio evitare l’utilizzo di un lenzuolo che potrebbe ridurre la circolazione dell’aria, facendo alzare ulteriormente la temperatura. Poi, camminare sempre all’ombra».
Pur restando in casa nelle ore più calde, il piccolo potrà ugualmente patire gli effetti delle temperature troppo elevate. «Sarà meglio tenerlo spogliato o solo con il body. Fare bagni frequenti con acqua tiepida, poi – assicura il pediatra – aiuta a regolare la temperatura corporea. Attenzione anche all’ambiente: è necessario assicurare un adeguato ricambio di aria all’interno della casa, agevolando la ventilazione naturale. Per mantenere le stanze fresche, schermare le finestre esposte al sole utilizzando tende e oscuranti regolabili, come tapparelle, persiane, veneziane, che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. Inoltre, è buona abitudine chiudere le finestre durante il giorno e aprirle la sera».
Per chi utilizza il ventilatore in casa la regola numero uno è «non puntarlo mai direttamente sul bambino -dice il pediatra -. È bene tenere presente che i ventilatori meccanici accelerano il movimento dell’aria, ma non ne abbassano la temperatura. Per questo, se si superano i 32°C, l’uso del ventilatore è sconsigliato, poiché non risulterà un metodo efficace per combattere gli effetti del caldo». Sì al condizionatore, ma senza esagerare con le temperature a ribasso: «La temperatura interna dovrà essere inferiore a quella esterna di non oltre 3 gradi, per evitare brusche escursioni termiche tra i diversi ambienti. La temperatura ideale in ambienti chiusi per il benessere fisiologico è di 24-26°C o comunque – sottolinea lo specialista – non inferiore a 23 gradi. Da prediligere la funzione di deumidificazione con un tasso di umidità massimo del 60%. Mantenere chiuse le finestre durante il funzionamento dei climatizzatori e non dirigere l’aria condizionata direttamente sulla culla del neonato».
Un calo dell’appetito quando fa molto caldo può essere “normale”, nell’adulto, come nel bambino. «Per assicurarsi che il neonato si stia alimentando in modo adeguato è necessario prestate attenzione al numero di pannolini cambiati ogni giorno: se il neonato ne bagna almeno sei o sette nelle 24 ore, allora potrete stare tranquilli – assicura Alfaro -. Significa che il latte assunto gli basta». Il caldo estivo può creare anche disturbi del sonno: i neonati possono essere più nervosi e risvegliarsi più frequentemente del solito durante la notte. «Se dovesse accadere, non pensate subito che sono ammalati o il seno non gli basti più. Prima di trarre conclusione affrettate – consiglia lo specialista -, rinfrescate l’ambiente».
«Fino all’età di sei mesi spiagge e bagni in piscina o al mare sono da evitare», dice il pediatra. Al contrario, è consentito viaggiare in auto, ovviamente non trascurando mai la sicurezza: «I lattanti devono viaggiare negli appositi seggiolini omologati di dimensioni adeguate al peso, rivolti in direzione opposta al senso di marcia. I più grandi devono stare sui sedili posteriori e allacciare le cinture di sicurezza», spiega Alfaro. Se si parcheggia l’auto al sole attenzione all’effetto “serra”: «Appena si entra nella vettura aprire gli sportelli per ventilare abbondantemente e controllare che i seggiolini non siano surriscaldati prima di sistemare i bambini – consiglia il pediatra -. Se l’automobile è dotata di un impianto di climatizzazione, regolare la temperatura in modo che ci sia una differenza non superiore ai cinque-sette gradi tra l’interno e l’esterno dell’abitacolo ed evitare di orientare le bocchette del climatizzatore direttamente sui passeggeri. Non lasciare neanche per pochi minuti i bambini in macchina sotto il sole: fino a tre anni non termoregolano in maniera ottimale e nella vettura si possono raggiungere anche 60 gradi, una temperatura che anche per pochi minuti può essere pericolosa. Durante gli spostamenti, sia in macchina che a piedi, è meglio mettere un lenzuolino di cotone o lino tra il bambino e l’ovetto-seggiolino o il passeggino. Questo perché, essendo imbottiti, il seggiolino o il passeggino del neonato, possono scaldarsi eccessivamente e far sudare il bambino sulla schiena. Portate sempre un cambio di abiti nella borsa , in modo da mettergli un vestitino asciutto se è tanto sudato».
Il sole fa bene ai bambini: «Aiuta la mineralizzazione e la crescita armonica delle ossa, attraverso la conversione della vitamina D contenuta nella cute nella sua forma attiva, aumenta le difese immunitarie, regola il sonno e migliora le malattie della pelle come dermatite atopica, psoriasi, acne e vitiligine – assicura lo specialista -. Tuttavia, è meglio però evitare del tutto il sole per i bambini nei primi sei mesi di vita ed esporli con cautela fino a un anno, prediligendo zone all’ombra e riparate dai raggi ultravioletti, poiché la capacità di termoregolazione e di produzione di melanina è minore fino ai primi 12 mesi di vita».
I più grandi possono essere esposti al sole, ma con le giuste cautele, per proteggerli dal rischio di sviluppare tumori della pelle in età adulta, correlati alle scottature infantili. «È buona abitudine usare al sole t-shirt, cappellino, occhiali e quando ci si espone un filtro solare ad adeguato fattore di protezione per il fototipo, da rinnovare ogni due ore e dopo ogni immersione. Preferire prodotti con un ampio spettro di assorbimento, che copra tanto la banda dei raggi UVA che degli UVB. Partire con fattori di protezione elevati per diminuire quando si è sviluppata un’abbronzatura sufficiente. Anche sotto l’ombrellone bisogna comunque applicare la crema solare perché la luce viene riflessa ed espone ugualmente ai raggi ultravioletti. Lo stesso vale anche per le giornate nuvolose, durante le quali bisogna lo stesso proteggersi – aggiunge il pediatra -. Evitare le posizioni immobili quando si sta al sole, quindi non far dormire il bambino sotto il sole. Attenzione a non utilizzare prodotti potenzialmente fotosensibilizzanti come alcuni farmaci, cosmetici, profumi, essenze. Nella fascia oraria tra le 11 e le 16,30, quando la concentrazione dei raggi UV è maggiore, evitare comunque l’esposizione solare».
Indumenti leggeri, non aderenti, preferibilmente di cotone o lino o viscosa, a trama stretta e doppio strato per lasciar traspirare la pelle e non far aumentare la temperatura corporea, sono consigliati sia in casa che all’aperto. «Evitare abiti in fibre sintetiche, poliestere e nylon che fanno sudare. Meglio scegliere abiti di colore chiaro, che non assorbono troppo il calore. Attenzione a proteggere la testa e gli occhi dal sole diretto con un cappello leggero di colore chiaro con falde larghe o visiera e occhiali da sole. È bene bagnare il cappello di cotone se si cammina sotto il sole. Se fa eccessivamente caldo – aggiunge Alfaro – si può anche lasciare il bambino solo con un body o una magliettina leggera».
«Di notte, non coprite il neonato con pigiamini o con coperte. Se avete il condizionatore basta mettergli il body e un pigiamino estivo, mentre senza condizionatore potete lasciarli soltanto con il body. Bisogna controllare la nuca del neonato, che è il punto più importante da cui si può capire se il piccolo ha caldo o freddo. Se infatti la nuca è fredda, allora il neonato potrebbe essere troppo scoperto. Se invece la nuca è calda e sudata, significa che il bambino ha caldo e probabilmente sarà troppo coperto. Se è sudato, provate a rinfrescarlo con un panno umido o a fare un bagnetto. Dopo il bagnetto – conclude il pediatra -, la pelle del bebè deve essere idratata con una apposita crema per riequilibrare il Ph naturale».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato